Nuova pubblicazione per Dolore, artista emergente palermitano che da anni è impegnato nella scena underground italiana. I brani di ispirazione cinematografica si rifanno al panorama del sovrannaturale tra horror e fantascienza. Il disco prende il nome di “2020: i sette teschi di Andromeda” ed effettivamente ci fa percepire la sensazione di trovarci nello spazio profondo. Le 14 tracce che compongono il disco si susseguono guidando la nostra immaginazione verso la trama fittizia di un racconto misterioso. Le ambientazioni che Dolore riesce a ricreare con la sua musica sembrano provenire da un racconto di Howard Phillips Lovecraft. Una miscela di mistero e suspence che renderebbe inquietante anche una gita a Disneyland.
Dolore è il progetto solista di Giorgio Trombino, classe 1988, musicista e compositore poliedrico. Due dischi alle spalle pubblicati nel 2019, “L’orrendo spettacolo della morte” e “Fantasmi”, un Ep pubblicato quest’anno che precede “2020: i sette teschi di Andromeda”. Ma non solo: anche diverse collaborazioni con gruppi progressive della zona palermitana. Una carriera dedita alle nuove frontiere del mondo sci-fi e della musica sperimentale da film. Dolore dimostra di avere la capacità di saper guidare le sensazioni degli ascoltatori negli spazi nascosti delle loro inquietudini. L’ispirazione ovviamente è quella dei grandi maestri della scena Horror come i Goblin, la band progressive italiana autrice del celeberrimo tema di “Profondo Rosso”.
Dolore e “2020: i sette teschi di Andromeda”: un disco che va ascoltato di notte senza aver paura di lasciarsi travolgere del mistero dell’ignoto
“2020: i sette teschi di Andromeda”, uscito nientemeno che lo scorso 31 0ttobre, è il nuovo disco di Dolore pubblicato dalla casa discografica americana Horror Pain Gore Death Production. I titoli delle tracce segnano l’itinerario surreale di uno sfortunato viaggio nello spazio. Per citarne alcuni “Labirinto di circuiti”, “Ciò che attende nell’ombra” e “Mare Tranquillitatis | Spegnimento del sistema di sopravvivenza”. Il sound ci ricorda le sonorità della retrowave, i sintetizzatori mantengono un suono molto riconoscibile per tutta la durata del disco. Il mix delle tracce è invece abbastanza contemporaneo e gli strumenti ben bilanciati nelle cuffie. “2020: i sette teschi di Andromeda” di Dolore è disco spettrale capace di trasformare le nostre serate nel migliore dei film horror.