La biografia di Aeham Ahmad è tutt’altro che lineare. Ma una cosa è sicura: la musica gli struttura il DNA. Fin da piccolo correva tra gli scaffali del negozio di strumenti musicali di suo padre, anche lui musicista: un violinista non vedente. Le mura sono strette a Damasco, quindi porta il suo pianoforte in strada, sotto il sole rovente, per suonare e cantare. Lo fa nei pressi di Yarmuk, il campo profughi assediato dai jidahisti di Assad. Il web premia l’autenticità e la drammaticità della sua passione donata ai profughi, facendo diventare virali le sue performance tra macerie, calcinacci e rischio di bombe.
Stasera, giovedì 25 luglio, Aeham Ahmad si esibirà a Roma
Il giorno del suo compleanno l’ISIS gli brucia il pianoforte, togliendo speranza e sollievo ai profughi ma non ad Aeham Ahmad. Si incolonna con tanti altri che, col cuore a pezzi, abbandonano Damasco per raggiungere l’Europa. La via dei Balcani è percorsa a piedi, su zattere malandate, vecchi autobus, armati di desiderio di sopravvivere. Giunto in Germania Aeham Ahmad, in uno dei motel di fortuna in cui trova rifugio c’è un pianoforte. E allora l’astinenza del pianista si conclude, perché può finalmente ricominciare a fare ciò che faceva a Yarmuk. Inizia mettendo di nuovo a disposizione le sue mani e la sua voce per i bambini sballottati dall’esilio.
Aeham Ahmad non ha mai perso il contatto con la strada, dove nasce la sua musica
Stabilitosi a pochi chilometri da Francoforte, Aeham Ahmad riprende a suonare da professionista, senza perdere mai il contatto con la strada. Per il suo impegno a favore dei diritti umani non sono mancati i riconoscimenti delle autorità. Non poteva mancare come tappa del suo tour Roma, come unica data italiana. Stasera, giovedì 25 luglio, Aeham Ahmad sarà a Castel Sant’Angelo a Sere d’Arte di ArtCity, la rassegna di musica curata da Assante. Si esibirà in “Music For Hope”, il racconto del dramma della guerra in Siria in cui si incontrano la musica classica con il canto arabo.