Parole come proiettili che arrivano dritti allo stomaco; una realtà dal volto coperto che nasconde mostruose verità. A cinque anni di distanza dall’ultimo disco “Palestre” esce “Tutorial”, il nuovo album del gruppo iFasti. Una cosciente presa di distanza, effetto straniamento: questo sembra essere l’obiettivo della band torinese. Un rock che trasporta in un’ipnosi musicale oscura, si vola col pensiero, si viaggia con la mente, per rimanere con i piedi ben saldi sulla terra. Trame sonore e minuziosi arrangiamenti dal linguaggio quotidiano; con velato sarcasmo, lucidità e rabbia la band mette in luce i lati più grotteschi del mondo di oggi.
Ipnotiche distorsioni e grintosi beat elettronici: esiste veramente un’umanità migliore? Secondo gli iFasti non è ancora completamente distrutta, anzi «è una questione di minuti e ritornerà», come cantano nel brano che apre l’album “L’umanità migliore”. In una vita in cui è vietato parlare, la band con parole scomode, irriverenti, pone attenzione ai paradossi ricorrenti nella società. Forse, un’umanità migliore veramente esiste ed è negli occhi di un bambino come “Pietro” il quale comincia a sollevare qualche dubbio su quello che gli raccontano i genitori o i maestri e si pone delle domande: se tutto è così giusto «perché muore la gente in mezzo al mare?».
Un rock che trasporta in un’ipnosi musicale oscura, si vola col pensiero, si viaggia con la mente, per rimanere con i piedi ben saldi sulla terra
Gli iFasti sono una sostanziosa band formata da Rocco Brancucci (voce), Roberto Bagaini (basso, computer), Federico Bosi (basso, computer), Andrea Granato (chitarra) ed Eros Giuggia (sax, chitarra). Con “Tutorial” squarciano il velo e fanno vedere il mondo da un loro punto di vista: uno spaccato di umanità, dalla quale è sempre più difficile salvarsi. «Si parla d’amore e ci si nutre d’odio, che strano paradosso». L’amore, ancora una volta, sembra essere l’unica salvezza nella nostra società; ed è proprio per questo che tutti ne parlano e che nelle canzoni è sempre presente. Ironizzando, infatti, gli iFasti cantano «Abbiamo avuto tutti la stessa fidanzata o lo stesso fidanzato con gli stessi occhi?» nel brano “Lamore”.
Il perenne stato di emergenza viene messo in risalto nel brano “Tpunto4”: «Ogni cosa è chiusa ed ogni casa è chiusa», dove all’elettronica si fonde un inebriante e viscerale sax. Tutto è già stato inventato e noi tutti abbiamo solo questo tempo che spendiamo tra noia e dolore tra guerre e paure. «Ci hanno convinti ad aver paura» e «la paura si trasforma in arroganza», gli iFasti accendono i riflettori su una realtà difficile da accettare ed impossibile da vedere; con “Tutorial” fanno esplodere come una “Bomba” il disagio e gridano il bisogno di verità e sincerità: «Parlami d’amore e di cose vere».
Con “Tutorial” gli iFasti squarciano il velo e fanno vedere uno spaccato di umanità, dalla quale è sempre più difficile salvarsi
L’album si chiude con un sottile spiraglio di luce: tutto quello che stiamo vivendo è veramente ciò che ci “Meritiamo”? Non per forza, non ancora, perché «meriti ancora una vita assolutamente pazza e meravigliosa». Nello stordimento di una vita senza senso, “Tutorial” è un modo per resistere agli sbandamenti esistenziali dell’umanità.