I ragazzi del '77 con STEFANO ACCORSI: RADIOFRECCIA di LUCIANO LIGABUE
Luciano Ligabue
Luciano Ligabue allo Stadio Olimpico durante il suo "Start Tour 2019" – Roma, 12 luglio 2019.

I ragazzi del ’77 con STEFANO ACCORSI: RADIOFRECCIA di LUCIANO LIGABUE

Ieri sera su Rai Movie è andato in onda “Radiofreccia”, il film che porta la regia di Luciano Ligabue. Non ha bisogno di presentazioni: è uno dei cantautori più apprezzati del genere pop/rock. Un artista divisivo, che da quando ha raggiunto il successo è stato inutilmente messo in una competizione tutta tra fan con Vasco Rossi.

Eppure il rocker di Correggio, quando era solo un bambino, sarebbe voluto diventare attore come Giuliano Gemma. Poi si accorse di essere troppo riservato per essere spiato in modo così indiscreto da una telecamera. Infatti, si dice soddisfatto dell’esperienza maturata nella produzione di “Radiofreccia”, film che ha tra i protagonisti Stefano Accorsi. Nel 2018 Luciano Ligabue l’ha fatto di nuovo: “Made in Italy” è il secondo film con la sua regia. Eppure la voce di “Certe notti” non sostituirebbe mai l’immediatezza del palco con l’artificiosità del cinema.

Luciano Ligabue si dice sempre grato per aver trovato il successo in età matura. Nonostante fosse stato scoperto da Pierangelo Bertoli alla fine degli anni ‘80. Erano già stati pubblicati alcuni tra i brani più rock del cantautore emiliano: “Figlio di un cane” e “Anime in plexiglass”. Nonostante tutto il suo nome sembrava stentare ad affermarsi sul panorama nazionale.

Luciano Ligabue, soddisfatto dell’esperienza maturata nella produzione di “Radiofreccia”, film con  Stefano Accorsi, nel 2018 è stato regista anche di “Made in Italy”

Solo con l’uscita di “Buon Compleanno Elvis”, che contiene brani del calibro di “Vivo morto o X” “Hai un momento Dio” e “Certe notti”. “Radiofreccia” sarebbe arrivato tre anni dopo il successo del quarto album di Luciano Ligabue. Essendo la prima esperienza da regista, sceglie dei compagni di viaggio esperti. Il tocco di Antonello Grimaldi come aiuto regista è stato fondamentale per la riuscita, ma da non sottovalutare la performance di Stefano Accorsi nei panni di Freccia.

Eppure “Radiofreccia” non poteva trovare regista migliore. In fondo, la storia prende ispirazione da “Fuori e dentro il borgo” il libro edito da Baldini & Castoldi che porta la firma del cantautore di Correggio. Il suo paese natale risulta, infatti, uno degli sfondi scenografici del lungometraggio.

Il film mette in scena le difficoltà di fare della valorizzazione della cultura, nella fattispecie quella musicale, un lavoro. In un intreccio di passioni, debolezze, emozioni tristi e desiderio di rivalsa, è a tutti gli effetti la messa in scena della disillusione vissuta degli adolescenti al tramonto degli anni ‘70. C’è una profonda corrispondenza tra il quadro rappresentato in “Radiofreccia” e l’umanità che popola le prime canzoni di Luciano Ligabue.