I Modulaar ritornano con “Burn Me”, il secondo capitolo musicale del trio di producer varesino. L’EP proietta immediatamente l’ascoltatore in un avvolgente mondo di sperimentazione elettronica, ma che riesce in modo infallibile a mantenere l’attaccamento a sonorità orecchiabili. Si sente la crescita rispetto ai primi singoli ed al precedente EP “Mulanje” (2019): la ricerca del suono è più riuscita, la produzione più curata. Pur mantenendo lo stile future-retro che ormai i Modulaar hanno fatto proprio da anni, questa volta in “Burn Me” si notano influenze più particolari che rendono l’ascolto davvero interessante. A coronare il tutto, la scelta delle voci risulta decisamente azzeccata.
Insomma, va proprio detto che “Burn Me” dei Modulaar è un bel disco. La ricerca di suoni ed effetti risulta particolarmente riuscita con le voci, mai dry e sempre interessanti
“Burn Me” dei Modulaar si compone di quattro brani, frutto della collaborazione con quattro voci diverse della scena indie italiana ed internazionale. Il primo pezzo, “Moon”, unisce sonorità ispirate al panorama ambient e downtempo con la splendida voce di Marta Del Grandi. Il risultato ricorda vagamente le collaborazioni di Christian Löffler e Mohna, salvo poi lasciare spazio nel ritornello ai colori dei synth analogici in stile Daft Punk. Segue la title track “Burn Me” con Laura Gioia, dove vengono esplorate sonorità di spunto industrial che si evolvono in una techno travolgente. Gli ultimi due brani “Nerve” (feat. Elisa Begni) e “Leno” (feat. Joinoir) sono più rappresentativi di un suono synthpop consolidato, ma non per questo banale.
Da sottolineare, inoltre, il videoclip che ha accompagnato l’uscita di “Moon”, estratto come singolo di lancio dell’EP. Le simmetrie descritte dai fotogrammi in bianco e nero danno vita ad un connubio ben riuscito con le immagini evocate dal brano. Insomma, va proprio detto che “Burn Me” dei Modulaar è un bel disco. La ricerca di suoni ed effetti risulta particolarmente riuscita con le voci, mai dry e sempre interessanti. Ci sono distorsioni e sonorità graffianti, sì, tuttavia il risultato complessivo è pulito e rifinito. Si sente la voglia di sperimentare, ma il trio non perde di vista la necessità di creare un prodotto fruibile non solo da un pubblico di nicchia. Rumors say che il 2021 regalerà un lavoro di studio full-length. Non vediamo l’ora.