Ciao! Raccontateci un fatto divertente o imbarazzante legato alle vostre esibizioni. Le interviste le iniziamo sempre con un sorriso.
Ciao! Beh… una delle prime volte che abbiamo suonato un pezzo del nostro prossimo disco dal vivo, nel momento in cui era previsto uno stacco in cui si fermavano tutti gli strumenti e sarebbe dovuta rimanere solo la tastiera, inspiegabilmente il suono non uscì e quindi rimase solo silenzio e il tastierista che premeva tasti inutilmente e si chinava velocemente per controllare i jack. Fu un momento molto imbarazzante. La gente cominciò a battere le mani pensando che la canzone fosse finita. Capimmo dopo che la tastiera si era staccata.
“So fine”, il vostro ultimo singolo, parla di quanto è entusiasmante creare una band. Quanto è stato elettrizzante creare la vostra?
Beh, creare la nostra band è stato un mix di adrenalina e stress. Elettrizzante per certi versi ma estenuante per altri. E continuiamo su questa linea.
Modelli da seguire. Voi, nel vostro Rock ‘n’ Roll, chi avete pedinato?
Abbiamo pedinato molto i classici del punk, l’old fashion rock’n’roll delle etichette indipendenti, le produzioni di Phil Spector e Norman Petty, poi ovviamente i Blondie,The Pretenders e la musica di Angelo Badalamenti e David Lynch.
In un mondo utopico, fare musica è espressione di creatività ma anche un lavoro. Cosa dovrebbe cambiare, secondo voi, nell’industria musicale italiana?
Per citare Robert Smith: “È sempre la stessa merda”. Ci sarà sempre chi non considera l’arte un lavoro. Noi cerchiamo di essere creativi, di fare musica e lo consideriamo naturalmente il nostro lavoro.
Come band, quali progetti futuri avete?
Siamo per uscire con il nostro secondo disco, prodotto da un grande produttore romano Luca Sapio della Blind Faith Records.
Bene, la nostra intervista si è conclusa. Potete chiedere qualcosa al nostro pubblico oppure salutare semplicemente!
Aiutate la musica originale: andate a vedere concerti di musica originale e non cover band.