Lo avevamo lasciato con “Cavalo Pazzo”, l’ultimo lavoro di Ivan Francesco Ballerini, prima di rivederlo ora con il suo ultimo lavoro “Ancora Libero”. Cambiano le dinamiche del disco e cambiano i temi fondamentali. Se l’ultimo lavoro che avevamo esaminato era quasi un approfondimento sulla storia dei nativi americani, stavolta ci troviamo di fronte a un lavoro molto più personale e presente.
Infatti, se la qualità del suono resta la stessa e la voce del cantante ancora ricalca tra i mood di Franco Battiato e i sonetti di Faber, sono i temi principali del lavoro che ci portano da tutt’altra parte. In questo lavoro possiamo scendere più in profondità, nella personalità del musicista, che si mette a nudo di fronte al pubblico e fa dell’amore il cardine fondamentale del suo ultimo album.
Un album che spazia tra i sentimenti, mettendoli in musica senza banalità.
Si passa da brani come “Volare Libero” che fa del primordiale desiderio dell’uomo di volare, il suo punto cardine, a brani come “Mondi Lontani” che paragonano la donna desiderata ad una stella lontana. Tutto è sempre condito da ritmiche soft rock decisamente italiane. Gli assoli di chitarra sui brani regalano costantemente quel pizzico di nostalgia e di retrò. Brani come “Per Sempre Sarai” sono promesse realizzate. Al contrario, pezzi come “Dio C’è” ci riportano stranamente con i piedi per terra.
È impossibile non ritrovarsi in almeno uno dei brani di questo lavoro.
Insomma, si parla di un lavoro variegato. “Ancora libero” forse è la traccia che si estranea di più dal lavoro. Paradossale come l’autore inizialmente avrebbe voluto improntare il lavoro tutto su questo genere invece. Infatti se l’idea iniziale era quella di dare un messaggio di quasi alienazione, Ivan Francesco Ballerini si è ritrovato per le mani un album di racconti. Racconti che riescono a spaziare in diverse direzioni, raccontando ognuno un lato dell’autore, e anche un po’ di noi stessi.
Sarebbe inutile continuare a parlare dei brani, senza farveli ascoltare, quindi abbiamo deciso di lasciarvi qui sotto in anteprima una piccola sorpresa. “Se sei triste” è una vecchia filastrocca riportata in musica. Una nonna fa una treccia alla nipote, spiegandole come la tristezza rimarrà intrappolata nei suoi capelli. Solo quando il vento del nord soffierà con forza potrà scioglierli, per far volare via la tristezza.