"Gazing at The Flocks" di Martyr Lucifer è un vero bestiario musicale
Leìt e Martyr Lucifer in una foto promozionale di Steam Butterfly.
Leìt e Martyr Lucifer in una foto promozionale di Steam Butterfly.

MARTYR LUCIFER – Gazing at the Flocks (Album) – L’artista romagnolo dà vita a un bestiario musicale

“Gazing at the Flocks” è concepito come un bestiario musicale. Intessendo un percorso narrativo ispirato alla criptozoologia, e presentato alle stampe da una suggestiva cover immaginifica, l’album resuscita quella sorta di tacita e pulita violenza che caratterizza il suono dark della wave ispirata.

Se la criptozoologia si nutre d’indizi, Martyr Lucifer utilizza tutti quelli del repertorio rock.
La chitarra, regina indiscussa dell’intero disco, domina nei pezzi e ne definisce la caratura. Metallica in apertura (“Veins of Sand Pt.2”) va a sposarsi a sonorità classiche dell’alternative (“Bloodwaters”). Si modula poi in una commistione tra il grunge e un britannico hard rock (“Wolf of the Gods”).

Sono atmosfere decisamente più melodiche e nostalgiche quelle di “Leda and the Swan Pt.1”. Qui synth e sessione ritmica danno al polso il battito anni ’80 alla A Flock of Seagull. Interessante come in “Leda and the Swan Pt.2”, invece, il british sound torni a scurirsi e addensarsi, montando la voglia dell’implosione pettorale che scatena “Benighted & Begotten”.

Martyr Lucifer confeziona un disco costellato di astri che nella volta celeste hanno già brillato e che pure disegnano una mappa affatto semplice da mettere in tasca.

Diversi i nomi che Martyr Lucifer spiffera all’orecchio di chi ascolta: oltre l’omaggio reso a Paul Williams, la cui cover “Somebody super like you” è una piacevole rilettura elettrificata e indurita del brano che compone la rock opera del ’74 “Phantom of The Paradise”, “Gazing at the Flocks” somiglia a una creatura arroventata sulle braci di un alternative post punk inibito da segnaletiche elettro-gotiche, dense di una sotterranea ricerca sonora.

È arricchito dalla voce di Leìt, una voce dagli echi che suonano l’antico, il brano di chiusura. “Halkyónē’s Legacy, aka The Song of Empty Heavens” è quello che più conferisce giustizia all’immaginario rappresentato dalla copertina, dove si contempla il nascondiglio di un mondo parallelo di cui il brano permette un progressivo avvicinamento.

In sostanza, Martyr Lucifer confeziona un disco costellato di astri che nella volta celeste hanno già brillato e che pure disegnano una mappa affatto semplice da mettere in tasca.
Uscito in digipack CD e 2CD slipcase con un bonus disc registrato live al Domination Studio, “Gazing at the Flock” è la spia d’un’immersione sonora a metà tra innovazione e conservazione.

 

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MARTYR LUCIFER

GAZING AT THE FLOCK

22 giugno 2018

Seahorse Recordings | Audioglobe

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