Dopo dieci anni dall’ultimo album “Domino/Consequence”, la band romana En Declin torna con un nuovo ed intenso lavoro dal titolo “A Possible Human Drift Scenario”. È uscito il 13 settembre è stato come una rinascita dalle tenebre per gli En Declin che esprimono una gran voglia di rimettersi in gioco. Ma non solo, la band non sembra aver pensato a un nuovo album per eccedere, sbalordire e quindi disorientare chi lo ascolta. “A Possible Human Drift Scenario” cerca un incontro ravvicinato, un rapporto diretto ed intimo con l’ascoltatore; sembra essere un chiaro momento di condivisione ma anche di riflessione.
Ascoltare “A Possible Human Drift Scenario” è come entrare in una caverna, perdersi nella sua penombra ed aspettare che l’occhio della mente si abitui all’oscurità. Nella più totale solitudine, saranno le proprie paure, i pensieri e le debolezze ad entrare in scena. Ormai prigionieri, la reazione sarà quella di scavare dentro di sé e squarciare il velo della verità, rovesciando ogni prospettiva, ogni illusoria realtà. Reagire e prendere coscienza, il ritorno degli En Declin non è frutto del caso, ma di una sentita necessità di espressione e di una possibile salvezza.
Ascoltare “A Possible Human Drift Scenario” degli En Declin è come entrare in una caverna, perdersi nella sua penombra ed aspettare che l’occhio della mente si abitui all’oscurità.
La band romana ha sempre creduto in questo progetto musicale; infatti “A Possible Human Drift Scenario” nasce dalla volontà di tre tenaci guerrieri che sono Andrea Aschi (chitarre), Marco Campioni (batterie, programmazioni) e Maurizio Tavani (voce). Sin dalla prima traccia intitolata “It’s Time To Give It The Boot” un oscuro progressive rende l’atmosfera sommessa e una particolare sensazione di riservatezza. Nel finale di questo primo brano si percepisce subito quella luce tenue e rassicurante che corre in tutto album fino ad arrivare al brano di chiusura “Another Day In Paradise”.
“A Possible Human Drift Scenario” vede dieci brani di Dark Rock dalla malinconia ombreggiata e dal forte impatto emotivo. Questo è un lavoro ricco di riferimenti musicali che vanno dagli Anathema fino al pathos dei Tool e Klimt 1918. Senza ombra di dubbio gli En Declin ripartono nel modo giusto, con una particolare attenzione alla partecipazione dell’ascoltatore e al rispetto delle proprie emozioni.