Ciao Alberto De Luca e benvenuto su Music.it! Iniziamo subito con un tuo ricordo: racconta ai lettori il più imbarazzante aneddoto successo durante la tua carriera musicale!
Grazie al cielo non ho mai avuto episodi imbarazzanti accaduti dal vivo. Forse di imbarazzante c’è il modo in cui molte mie canzoni nascono: mi ritrovo ogni tanto con qualche amico per creare canzoni trap demenziali, sotto forma di caricature strambe. E devo dire che quando esce fuori qualcosa di interessante lo tengo sempre!
Quali sono gli artisti che hanno maggiormente orientato e suggestionato la tua musica?
Tanti, un po’ per uno. Dai grandi cantautori italiani come Fabrizio De André, Francesco Guccini, Franco Battiato, ai Daft Punk, Post Malone, Drake, Lana Del Rey, Enya, Paul Kalkbrenner, etc.
Con il tuo nuovo brano “De André” ti sei classificato come finalista di Musicultura 2020. Per un musicista emergente, quanto conta e quanto reputi sia importante partecipare ai contest? Perché?
La cosa che più conta è sempre individuare e cercare di seguire un percorso che sia il più possibile orientato alla crescita. Personale, del lavoro, del progetto, del prodotto. Partecipare ai contest in generale non è detto che abbia importanza. Va trovato il contesto più adatto per la propria proposta e che di più possa valorizzare il lavoro e dare visibilità. La scelta deve essere a mio avviso mirata.
Il brano “De André” lo hai scritto in previsione di Musicultura 2020? Perché hai deciso di portare questo brano? Cosa significa per te?
Non l’ho scritto per Musicultura, erano diversi mesi che lo avevo in testa, in qualche modo ne sentivo la presenza. È stato scelto dalla stessa giuria all’interno di un gruppo di altri provini, ma sono contento della scelta. Per me significa soprattutto una dichiarazione di intenti per il modo in cui voglio scrivere, una definizione di me stesso che inizia ad aggradarmi.
Tra sonorità trap e poesia del cantautorato italiano: ti piace sperimentare e inventare nuovi stili. Come definiresti la tua musica e se dovessi attribuirgli un colore quale sarebbe?
Vi ringrazio, trovo la domanda molto interessante. Ogni canzone ha un colore diverso, alcune ne hanno più di uno. Difficile dare un colore a tutta la mia musica. “De André” è blu scuro tendente al nero. A volte invece creo pezzi viola, rosa acceso, altre volte bianchi, o gialli o arancio.
Che ruolo ha la musica nella tua vita? Coltivi altre passioni? Come riesci a conciliare il tutto?
La musica è un organo vitale, come ogni altro, ma esterno. È un metro con cui misuro l’intensità del vissuto. Ho molte altre passioni, dalla montagna allo sport alla filosofia, ma non ho bisogno di conciliare nulla perché tutto fa parte di una esperienza di vita utile alla scrittura. In fondo tutto fa parte della stessa cosa.
Parliamo di progetti futuri: cosa dobbiamo aspettarci dopo questo singolo?
Altri singoli in cui potrò mostrare una certa eterogeneità, e un disco più in là. Ma soprattutto c’è nel futuro molta voglia di migliorare, di crescere e di diventare sempre più abile nell’esprimere una emozione.
Alberto De Luca siamo arrivati ai saluti ed io ti ringrazio per essere stato con noi. Le ultime righe sono per te, saluta i lettori come preferisci. Ciao e a presto!
Vi ringrazio tanto per l’attenzione, è molto importante per me, spero possiate seguirmi, se la giuria deciderà che ne sono meritevole, sul palco dello sferisterio a Macerata per la serata finale di Musicultura. Ascoltate quello che vi piace, ma fatelo con attenzione!