“Mistery in the Making, Vol. 2” è un disco che stravolge le regole
Che si parli di jazz o di elettronica in questo disco non c’è niente di canonico e tutto sembra un continuo sperimentare e ricercare sonorità altre. Alla fine, come già detto, tutto converge verso il rap ma sembra arrivarci per vie traverse e per percorsi non lineari. Se dovessimo descrivere “Mistery in the Making, Vol. 2” con due parole queste parole sarebbero proprio “non lineare”. Amusin’ Projects ha un punto di inizio e un punto di arrivo; spesso sono contrastanti e il percorso da seguire non è assolutamente dritto, ma il risultato è decisamente affascinante e particolarissimo.
“Mistery in the Making, Vol. 2”, di base, è un disco rap ma non del “classico rap” che tutti si aspettano. Siamo davanti a un lavoro complesso che esce fuori da ogni schema e riscrive le regole di un genere e di un settore musicale sempre più saturo e sempre più schematico. Amusin’ Projects rompe la routine di un genere e disegna nuove regole e nuovi contesti musicali e culturali. Questo artista scardina ogni limite e ogni imposizione dettata dalle leggi (anche di mercato) e sceglie di dare libero sfogo a fantasia e sperimentazione.
Amusin’ Projects, fantasia e sperimentazione
Sicuramente “Mistery in the Making, Vol. 2” non è un disco facile e, anzi, potrebbe non piacere ai puristi del genere o alle persone troppo inquadrate. Ma c’è da dire che Amusin’ Projects è una realtà musicale a parte, uno di quegli artisti che o si ama o si odia e non può esistere la via di mezzo, data la particolarità del progetto. Per chi è alla ricerca di un qualcosa di nuovo, che ricalca parzialmente le logiche del rap ma che poi di colpo le stravolge, allora questo è il disco che fa per voi. Se siete puristi del genere o novellini troppo impegnati alle solite quattro canzoni che passano in radio, allora lasciate perdere “Mistery in the Making, Vol. 2” non è roba per voi.