Esordendo nel 1997, l’opera letteraria e cinematografica del maghetto Harry Potter ha segnato un’intera generazione. La scrittrice britannica J. K. Rowling ha riformulato con originalità un immaginario fantasy ben consolidato, fatto di maghi, incantesimi e pozioni. Inserendolo in un ambientazione accademica, la maestosa Hogwarts, dove per sette lunghi anni assistiamo alle avventure del giovane protagonista alla prese con la minaccia di Lord Voldemort. I due hanno un legame indissolubile, che li porterà a uno scontro finale decisivo. Nel corso dei sette libri, e film, vediamo Harry Potter confrontarsi con le varie lezioni della scuola di magia e stregoneria. Erbologia, difesa contro le arte oscure, trasfigurazione. Tutte materie che Harry e i suoi fedelissimi Ron ed Hermione dovranno seguire per diventare maghi e streghe capaci di domare le proprie doti magiche.
J. K. Rowling guarda troppo avanti nella scrittura da perdere il punto focale di questo secondo capitolo.
La scrittrice ha postulato nel dettaglio tutti gli elementi dell’universo di Harry Potter. Creando anche una serie di volumi fittizi, usati dal protagonista nel corso delle lezioni. Tra questi, troviamo “Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamander”. Si tratta di una specie di enciclopedia, dove sono raccolte tutte le creature abitanti il magico mondo. La Warner Bros. e la stessa Rowling, in veste di sceneggiatrice, hanno deciso di avviare una serie di spin-off con protagonista il magizoologo Newt Scamander al termine della saga originale, finita nel 2011. Chiamando ancora David Yates, regista degli ultimi quattro capitoli della saga originaria. Il nuovo franchise ha avuto inizio nel 2016 con “Animali fantastici e dove trovarli”, con Eddie Redmayne nel ruolo di Newt Scamander. La storia ha inizio a New York nel 1926, dove lo studioso non solo si scontrerà con nuove creature magiche, ma con la minaccia latente di Gellert Grindelwald.
Questa nuova serie di “Animali Fantastici”, oltre che da spin-off, prende il merito di vero e proprio prequel, raccontando i fatti antecedenti la storia di Harry Potter. Se il primo film, di cinque confermati, ha dato il via al tutto, il secondo lancia ulteriori basi per l’intera serie. In “Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” ci spostiamo nella Parigi del 1927. Il potente mago oscuro del titolo, oramai uscito allo scoperto, sta tramando un piano per soggiogare il mondo babbano. Newt Scamander viene reclutato da un giovane Albus Silente (Jude Law), per contrastarlo e ristabilire la pace tra i due mondi. Nel mentre l’auror Tina Goldestein e Grindelwald stesso sono alla ricerca di Credence Barebone. Il giovane mago, già apparso nel primo film ha infatti poteri unici.
In “Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” perdono importanza le creature che accompagnano Newt Scamander.
“Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” sembrerebbe un film preparatore a sviluppi futuri. L’andamento seriale, tanto di tendenza nel cinema contemporaneo, oramai ci ha educato a questo. Non più a guardare il singolo capitolo come testo a sé, ma ad una visione complessiva. Rispetto al precedente, dove tutto appariva così famigliare e al contempo nuovo, qui il livello sensazionalistico della trama tende a vacillare. L’intreccio rimane ancorato ad un incipit troppo tardivo nel suo sviluppo. Relegando all’ultima mezz’ora il vero fulcro di tutto il film. I personaggi conosciuti entrano in scena senza troppe presentazioni e motivazioni. Quasi a modello di un vero e proprio secondo episodio televisivo. E i nuovi, tralasciando Leta Lastrange di Zoë Kravitz, arrivano frettolosamente e con poco interesse, coinvolti subito tra le varie sottotrame. Forse proprio questo inserimento di tanti personaggi, interpretati da un cast corale ben riconoscibile, risulta poco amalgamato a fini della storia.
J. K. Rowling guarda troppo avanti nella scrittura da perdere il punto focale di questo secondo capitolo. In aiuto arriva indubbiamente David Yates, che punta su un registro visionario impeccabile. La peculiarità di “Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” sta nella moltitudine presenza di sequenza spettacolari. Sin da subito veniamo completamente immersi nel ritmo vorticoso della regia. Alternando movimenti fluidi e montaggio dinamico, ripropone la vitalità delle strade parigine e del contesto magico. Un dinamismo portato all’eccesso, per poi smorzarsi dove il film prende una linea più cupa e di tensione. David Yates recupera alle pecche di scrittura, donando al film un impatto visivo capace di allietare lo sguardo. Facendo emergere il vero spirito incantato e fantastico della storia. E riconfermando la sua confidenza con l’universo di Harry Potter. Dopotutto, lui e Chris Columbus sono stati gli unici a riuscire a dar vita alle avventure del piccolo maghetto.
“Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” funge solamente da ponte dal primo film a quelli futuri.
I personaggi risentono di uno sviluppo scarno nonostante abbiano tutti uguale spazio. Nessuno appare opportunamente trattato. In “Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald” perdono importanza anche le creature che accompagnano Newt Scamander, confermando quanto il tutto sia un pretesto per raccontare altro. Lo zoologo è lo strumento per mostrare le gesta di Grindelwald e il suo rapporto con Silente. I due maghi sono il cuore pulsante di questa saga. Uniti da un patto di sangue, e da un non troppo suggerito rapporto amoroso, le loro strade sono iniziate a divergere nuovamente. J. K. Rowling parte dà quest’input in questo secondo capitolo. E lo fa dilatando la trama, accorpando personaggi poco interessanti, e inserendo nomi e riferimenti solo per far gioire il fan accanito. Che lasciano indifferente lo spettatore più comune. Ci prepara alla resa di conti finale tra i due maghi, che arriverà passando per altri tre capitoli.
“Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald”, quindi, funge solamente da ponte dal primo film a quelli futuri. Con Harry Potter seguivamo un percorso lungo l’intera saga, e allo stesso tempo uno specifico del singolo libro/film. In questo caso, veniamo primariamente preparati a quello che ci aspetterà. Trovandoci a fronte di una narrazione andante. Tuttavia, David Yates congegna un film fortemente d’impatto da non perdere sul grande schermo. Poco sensazionalismo, tanta visionarietà. Così si potrebbe riassumere il secondo capitolo di “Animali Fantastici”. J. K. Rowling, probabilmente, conferma quanto il suo estro sia ben più votato per la letteratura. E rimane l’amarezza per non poter apprezzare questa storia letta nei suoi libri. Dopotutto, “Harry Potter” e “Star Wars”, sono universi capaci di non stancarci mai. A fronte di un film meno riuscito dei precedenti, si può chiudere un occhio sulla storia per farsi rapire da fantastiche immagini.