Aphelion presenta “Where the earth meets the sky”, il suo primo lavoro in studio uscito lo scorso 26 settembre. A un primo ascolto ci troviamo davanti a un disco che alterna sonorità post rock a momenti dove la chitarra “virtuosa” fa da padrona. Il tutto è racchiuso in un concept album che riporta l’ascoltatore al mondo naturale e alle sue mille sfumature.
Il disco sembra pensato nello specifico per chi apprezza i virtuosismi di chitarra. Aphelion che ha registrato tutti gli strumenti di “Where the earth meets the sky”, mette in primo piano la parte chitarristica, componendo tutto il resto quasi al margine.
Aphelion, l’idea di partire dalla chitarra
L’idea di partire dalla chitarra però va a penalizzare tutti gli altri strumenti, appiattendoli e riducendoli quasi a semplice ornamento, giusto per non scrivere un disco sulle sole sei corde. Per questo “Where the earth meets the sky” suona abbastanza piatto e con poca dinamica. Le ritmiche dei brani, ad esempio, sono tutte più o meno simili e vanno a reggere i riff e i soli di chitarra. Questo se da un lato vuole sottolineare la predominanza di uno strumento sul resto, dall’altra riduce il tutto alla base di una lunga clinic.
Ovviamente Aphelion, a livello chitarristico, sa bene dove mettere le mani e i brani del disco hanno parecchie belle idee. Certo alla lunga le soluzioni compositive tendono un po’ a ripetersi e tornare sempre sugli stessi passi; essendo un concept diciamo che la cosa si può intendere come un leit motiv che lega i vari brani.
“Where the earth meets the sky”, un disco acerbo?
Concepire un disco su un solo strumento e poi adattare tutto il resto a quelle idee non è cosa facile; poi ovviamente ci sono le eccezioni che riescono ma “Where the earth meets the sky” sembra ancora piuttosto acerbo. Forse chiedendo il supporto di una band il risultato sarebbe stato diverso. Se pensiamo ai virtuosi della chitarra e ai loro dischi troviamo sempre collaborazioni con altri musicisti famosi che sì, lasciano in primo piano le sei corde, ma allo stesso tempo danno quel qualcosa in più al contorno.
“Where the earth meets the sky”, anche se nasce con la buona idea del concept sulla natura e via dicendo, resta troppo incagliato sulla parte chitarristica, riducendo il resto a un contorno nemmeno troppo interessante. Siamo davanti a un’opera prima e molte “ingenuità” vengono perdonate, però è anche vero che “Where the earth meets the sky” fa fatica a decollare e a impressionare chi non è avvezzo al virtuosismo chitarristico.