Assorto in un’atmosfera tenue e sommessa, il pianista e compositore americano Art Davis dà vita ad un EP dal titolo “Ghost Deer”. Sentire, percepire e comporre; l’artista ha saputo restituire le proprie emozioni come un pittore impressionista, dipingendo quadri sonori o, come afferma l’artista, un insieme di “poesie tonali” che riflettono le sue impressioni su ciò che lo circonda. Immerso nella natura, nella quiete notturna, dove il tempo sembra fermarsi; è così che nascono i quattro brani che corrono a formare “Ghost Deer”. Più precisamente tre brani per pianoforte e un brano per violoncello e pianoforte. Ascoltare “Ghost Deer” significare lasciarsi trasportare dalle note del pianoforte ed immergersi in un mistero dove l’artista stesso ne è complice, ne fa parte: lui stesso è il mistero.
Un sottile linea di armonia ed eleganza intercorre in tutti e quattro brani, senza soluzione di continuità. Art Davis è un compositore americano di genere modern classical. La sua musica trae spunto da una vasta gamma di esperienze musicali, dall’elettronica ambient orchestrale e minimal al jazz, alla world music influenzata dal folk. In questo EP, però, sembra lasciar spazio solo ed esclusivamente a ciò che sente e vede in quell’attimo preciso di roboante silenzio. Mai scomposto, mantiene per tutto l’EP un tono pacato, la sua pace interiore. Questo è confermato anche dalle parole del compositore che definisce “Ghost Deer”, titletrack e brano che apre l’EP come «tentativo di catturare la meraviglia di un incredibile cervo pallido, quasi bianco, che frequenta la mia proprietà».
Art Davis nell’EP “Ghost Deer” ha saputo restituire le proprie emozioni come un pittore impressionista, dipingendo quadri sonori
Il secondo brano è “Last Rain”, un pezzo per pianoforte molto minimal ispirato al cadere della pioggia. Chiudendo gli occhi, infatti, sembra di vedere il curioso viaggio di una goccia, dopo la tempesta, che corre lungo la finestra fino a scomparire. “Quatrieme Bagatelle”, invece, è un breve componimento dal carattere per violoncello – eseguito da Clay Ruede – e pianoforte. I due strumenti dialogano e danzano leggeri come delle foglie animate dal vento. È sicuramente il brano più vivace dell’EP, pur mantenendo sempre quella compostezza e limpidezza dei passaggi, caratteristica di ogni brano. A chiudere “Ghost Deer” c’è “Night Bloom”: dolci scintillii notturni, rugiada che brilla sui fiori. In questo lavoro Art Davis ha lasciato aperte le porte della sua anima, sprigionando sensibilità e delicatezza. “Ghost Deer” è la raccolta di quattro quadri sonori misteriosi e lunari, impressioni di attimi fuggenti.