Tra i concorrenti più controversi della Settantesima edizione di Sanremo troviamo sicuramente Junior Cally. I meno giovani si staranno anzitutto chiedendo chi diavolo sia il signore in questione, ebbene eccovi accontentati.
Junior Cally, 28 anni, è lui il nuovo “indiziato” sanremese, finito alla gogna in questa sudatissima edizione del Festival della Canzone Italiana.
Junior Cally, e se Sanremo non fosse il palco adatto?
Tra chi parla senza pensare e chi pensa senza parlare, Junior Cally è uno di quelli che la massa definisce “violenti” e “sessisti”.
Qualche brano controverso, qualche rima sputata là per fare assonanza e automaticamente si diventa un “bad boy”, uno di quelli con l’infanzia difficile, uno di quegli “elementi” da evitare come la peste, soprattutto su uno dei palchi più benpensanti del pianeta.
Ancora nome poco noto, Junior Cally inizia a farsi conoscere nella scena rap del Bel Paese con il suo disco “Ricercato”. Qualche testo più incazzato, qualcuno più volgare e poi di colpo si ritrova (forse) sul palco dell’Ariston, nella speranza di ottenere l’effetto rimbalzo che da Sanremo porta direttamente al successo (o almeno così dicono).
Un disco, addirittura un libro dal titolo machiavelliano “Il Principe” ed ecco che anche la poetica di Junior Cally viene spiegata al volgo ignorante e privo di qualsiasi nozione del gergo da strada.
Juinor Cally: vita, canzoni e miracoli di un “rapper maledetto”
In una recente intervista a sostegno della causa, il rapper dice: «Io a Focene avevo una brutta fama: ero quello che si drogava, da non frequentare. Mi fa ridere se penso che sono l’unico a non essersi mai drogato».
Storia già sentita: cattive amicizie, qualche furto, qualche mese di prigione e poi la redenzione. Così Junior Cally sbarca a Sanremo con tutte le grandi speranze del caso. Peccato che il pubblico e i giornali decidano di dargli contro. Hanno ragione? Hanno torto? Non è dato sapere, fatto sta che adesso l’Italia ne parla mentre prima un po’ meno. E aveva ragione il saggio che diceva “Nel bene o nel male purché se ne parli”.
Retorica a parte, il brano che Junior Cally presenterà (forse) a Sanremo si intitola “No Grazie”. Forse avremo la fortuna di sentirlo sul palco dell’Ariston o forse no, vedremo come la “santa inquisizione” deciderà di reagire alla vita sregolata del rapper.
Noi crediamo che Sanremo sia (purtroppo e per fortuna) lo specchio della scena musicale italiana. Se quarant’anni fa ci sarebbe toccato “Vola colomba” oggi ci tocca “No Grazie”, c’è poco da scandalizzarsi, la scena musicale italiana è (anche) questo.
Questa è storia vecchia: tutti si scandalizzano per questo o quel dettaglio sul Festival. Tutti odiano gli artisti in gara, tutti odiano il presentatore, tutti odiano gli ospiti, le vallette, l’orchestra, il televoto e via dicendo, però alla fine share alle stelle e 12milioni di ascoltatori.
Così all’Ariston come in politica
Il Festival di Sanremo è lo specchio calzante della politica italiana: il classico “Ah io quello non lo voterò mai” e poi, sistematicamente “quello” vince e governa il paese finché morte non sopraggiunga.
State senza pensieri e in bocca al lupo a Junior Cally: se “No Grazie” sarà un bel pezzo ci guadagneremo tutti e se sarà osceno potremo tutti esprimere il nostro dissenso sui Social.