Lui è Gaston, o meglio Giuseppe Tafuro. Presentarlo così però è riduttivo, perché c’è una storia fatta di determinazione e passione dietro questo ragazzo di soli 25 anni. Una di quelle storie belle e piene di vita, che non ti stanchi mai di ascoltare. Direttamente dal Salento, con un bagaglio pieno di sogni e speranze: è pronto a mettersi in gioco con il suo album “Cartoline”, uscito il 13 Ottobre del 2020.
“Cartoline” è una sfida, un raggio di sole in un periodo buio come questo e ci ricorda che non bisogna mai smettere di sognare. L’EP, composto da cinque pezzi rap, si apre con il singolo “La Follia”: le melodie sono lente e passionali, il cantante mette nero su bianco tutto il suo senso di rifiuto verso una società talmente opprimente da voler scappare via.
Il 13 ottobre 2020 Gaston ha presentato l’EP “Cartoline”, composto da 5 brani autoprodotti
Il secondo brano estratto prende proprio il nome “Cartoline” e i suoni qui, si fanno più aggressivi e determinati. Esce la vena underground dell’artista, quella ribelle. Partire, per ricominciare, per ritrovarsi e lasciare alle spalle tutto ciò che prima ci sembrava fosse il nostro posto nel mondo. A seguire “Viale Del Tramonto”, una traccia che racconta di una relazione tormentosa, di quelle che ti consumano di amore e di rabbia. Il brano è talmente intenso che sembra raccontare di un a relazione vissuta dallo stesso Gaston.
Il quarto singolo della tracklist, “Usciamo Sempre Nei soliti Posti”, esprime il disagio di una generazione ancorata alle abitudini e al senso di vuoto: perché se non risolvi ciò che hai dentro, ti ritroverai sempre con i soliti mostri! Infine, “Marea”, chiude l’album. È il mio pezzo preferito sia per la musicalità che per le parole utilizzate dall’artista.
Gaston con il suo EP “Cartoline”, interamente autoprodotto, si presenta al pubblico come un artista eclettico e versatile, capace di coniugare l’hip-hop a sound più delicati. Lo fa attraverso le sue angosce e le sue paure, senza filtri e con l’intento di arrivare al cuore della gente per toccarne le corde più profonde.