Cristina Meschia è tutt’altro che una cantautrice improvvisata. Ha studiato, parecchio, e questo si nota già dalle prime note di “Inverna”. La sua biografia parla per lei: ha le ovaie quadrate. A questo si aggiunge una sensibilità musicale che non appartiene a molti. Una sensibilità che ha portato Cristina Meschia ad approfondire le proprie radici e riscoprire il proprio background culturale. “Inverna” nasce da questa sua ricerca: un album che ripropone canzoni appartenenti al folklore lombardo, canti di lavoratori, inni contro la guerra.
Quando si pensa al folklore in Italia, le immagini più prorompenti sono quelle del meridione. Ma è un errore credere che le tradizioni popolari siano forti soltanto al sud. Da napoletano, sono ben contento di riscoprire insieme a Cristina Meschia i canti che hanno fatto la storia della musica popolare lombarda. La sua voce è soave, limpida e dolce. Si amalgama perfettamente agli strumenti musicali che appaiono nel disco, come il violino, il violoncello, il flauto, il pianoforte, la fisarmonica e l’ukulele. Insomma, una generosa quantità strumenti con i quali Cristina Meschia, insieme ai colleghi musicisti e all’arrangiatore Giampaolo Casati, ha costruito “Inverna”.
“Inverna” di Cristina Meschia è una meravigliosa occasione per sentirsi parte di qualcosa che unisce così tante persone, anche a centinaia di chilometri di distanza.
L’inverna è il vento gentile che percorre la pianura lombarda e porta ristoro ai suoi abitanti. Il soffio del vento rappresenta il viaggio metaforico che Cristina Meschia ha affrontato per riscoprire le sue origini, tra epoche lontane e luoghi differenti. Guardare indietro è spesso un’occasione per interrogarsi su dove siamo adesso, e soprattutto dove stiamo andando. Non bisogna sottovalutare l’importanza del proprio patrimonio culturale, che sempre più va scomparendo, soppiantato dal progresso e la globalizzazione.
Per questo motivo “Inverna” è una meravigliosa occasione per sentirsi parte di qualcosa che unisce così tante persone, anche a centinaia di chilometri di distanza. Perché in fondo fra Nord, Centro e Sud… che differenza c’è? Sempre italiani siamo. Nel bene e nel male. Sempre.
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CRISTINA MESCHIA
INVERNA
28 ottobre 2018
Casaedirtrice
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