Benvenuto Eusebio Martinelli! Grazie per essere con noi oggi! Hai girato molto tra States e Europa. Racconta ai lettori un episodio particolare, strambo e legato alla musica, che non sia presente sulle biografie ufficiali!
Quando avevo poco più di vent’anni sono stato per un periodo negli stati uniti, un’esperienza che mi ha formato molto, sia a livello musicale che personale. Una cosa che non si legge certamente dal mio curriculum però è che alcuni mesi di questo periodo li ho trascorsi viaggiando con un pullman di hippy coi quali ho suonato sulle strade di molte città americane. Un’avventura indimenticabile!!!
Sei un polistrumentista, ma il tuo primo amore è stato la tromba. Cosa ha fatto scattare la scintilla?
Quando avevo 7 anni ho sentito la tromba di Franco Capiluppi suonare nella chiesa di Moglia, in provincia di Mantova, paese in cui abitavo in quel periodo. Il suono di quello strumento mi aveva molto colpito e i miei genitori dopo poco me ne hanno comprato una. Non finirò mai di ringraziarli.
Hai avuto modo di avere tante collaborazioni, dai musicisti della band di Goran Bregović a Vinicio Capossela. Quali altri artisti hai seguito durante la tua carriera? Chi ti ha ispirato maggiormente?
Circa 8 anni fa ho conosciuto a Bruxelles il saxofonista argentino Alejandro Toledo, con cui ho avuto il piacere di collaborare nel suo progetto Alejandro Toledo and the Magic Tombolinos. Abbiamo suonato insieme a Bruxelles e a Londra, dove Alejandro viveva in quegli anni. L’energia di Alejandro come frontman, cantante e saxofonista era strabiliante, e mi ha colpito e influenzato molto, con un misto tra la musica punk e la musica balkan, veramente coinvolgente. Questa è stata una scintilla e un’ispirazione che mi ha portato a creare la mia amata Gipsy Orkestar.
Con la tua Gipsy Orkestar avete confezionato tre album. Parlando dell’ultimo, “Danze”, ho trovato molto curioso il fatto che è stato registrato su un camper mobile, trasformato per l’occasione in un vero e proprio studio di registrazione. Vi ha aiutato a esprimere al meglio l’essenza della musica gitana?
Assolutamente sì! La scelta di adibire il mio camper a studio di registrazione mobile è avvenuta per questioni logistiche e di grande praticità, sicuramente però ha accresciuto l’entusiasmo e la creatività mia e di tutti i musicisti che hanno partecipato, anche grazie alle birrette sempre fresche e presenti nel frigorifero.
In quest’ultimo disco hai collaborato con i Sud Sound System, e insieme a loro è stato composto il brano “Fricula”. Come è nato il desiderio di unire la pizzica alla musica gipsy?
La pizzica è caratterizzata dall’utilizzo del tamburello e da un andamento ritmico che viaggia alla stessa velocità della musica gipsy. La sovrapposizione dei due stili è possibile e dà come risultato una musica dalla forte energia ed originalità. Di questo ne abbiamo preso coscienza già dal nostro primo incontro, nell’estate 2015 sul palco di Bande a Sud a Trepuzzi (LE), quando Nandu Popu ha partecipato al nostro concerto in questa festa indimenticabile.
Quali differenze hai riscontrato tra l’estero e il nostro paese? Sia per quanto riguarda la scena underground che per la tipologia di musica che porti, quali sono le maggiori difficoltà riscontrate?
Sono convinto che la musica in questo periodo storico sia un campo meno in crisi che altri e ho molti amici che vivono serenamente della propria attività musicale, e questo sia in Italia che all’estero. È sicuramente vero però che, per alcuni aspetti, in altri paesi che ho avuto modo di conoscere – come Francia, Germania Inghilterra e Belgio – il musicista e l’artista in generale sono più tutelati da un punto di vista sociale e fiscale. Detto ciò ritengo che l’Italia sia un posto in cui un musicista in possesso della necessaria determinazione ed entusiasmo possa dar vita a una brillante carriera ricca di soddisfazioni!
Dove ti porterà il futuro? Stai già pensando a nuovi lavori e bizzarre location dove ultimarle?
Durante questo tour estivo ho iniziato a pensare al nuovo album. È ancora un po’ presto, ma posso anticipare che sarà ispirato al viaggio nel senso più ampio: musica da viaggio, viaggio in musica, il viaggio della vita, la vita è un viaggio. Insomma, ci sto lavorando.
Ringrazio Eusebio Martinelli per essere stato con noi. Ti lascio ancora qualche riga per salutare e convincere i lettori a buttarsi in pista!
Grazie a tutti amici! La musica è un regalo della vita, fa bene al corpo alla mente e all’anima, se vorrete venire a viverla con noi alle nostre serate vi garantisco che i suoi effetti saranno anche più gustosi!