Max Gazzè durante il suo "Alchemaya" alle Terme di Caracalla di Roma (2018). Foto Shutterstock: Gloria Imbrogno.
Max Gazzè durante il suo "Alchemaya" alle Terme di Caracalla di Roma (2018). Foto Shutterstock: Gloria Imbrogno.

FESTIVAL DI SANREMO 2021: il riassunto della terza serata

Siamo arrivati alla serata dei duetti, una delle serate più attese della kermesse. Ma non è solo la serata dei duetti. È anche il 4 marzo, e il 4 marzo significa solo una cosa: Lucio Dalla. Ad aprire la serata quindi Giuliano Sangiorgi in una cover di “4 Marzo” non censurata. Emozioni di cui avevamo bisogno e un Giuliano Sangiorgi rinnovato e commosso. Subito dopo la seconda canzone del frontman dei Negramaro non poteva che essere “Meraviglioso”.

I Duetti:

Noemi e Neffa – “Prima di andare via”

Primi a calcare il palco e forse primi traditi dall’emozione. Bellissima la cover di Noemi e Neffa ma l’attacco è totalmente fuori tempo e qualcuno deve aver abbassato un po’ troppo il microfono di Neffa.

Fulminacci, Valerio Loundini e Roy Pacy – “Penso Positivo”

Trio fotonico che premette altrettanto. E mantengono la promessa. La cover di “Penso Positivo” di Jovanotti è qualcosa che merita di essere ascoltata più volte… E poi la tromba di Roy Paci e gli sproloqui di Loundini. Nulla da dire!

Francesco Renga e Casadilego – “Una ragione in più”

Francesco Renga non si è solo scordato come si canta, ma anche come si usa il microfono.
Brava Casadilego, menomale che qualcuno su quel palco ha fatto il suo lavoro.

Extraliscio e Davide Toffolo con Peter Pitchler
“Medley Rosamunda”

Se mi ero innamorato già al primo ascolto, sta sera mi hanno reso una persona migliore e più felice. C’è ancora possibilità di fare qualcosa di nuovo, essere innovativi, e allo stesso tempo spaccare, ma con rispetto verso la musica storica. E poi l’elicottero con la chitarra è inestimabile!

Fasma con Nesli – “La fine”

Bella accoppiata, ma il microfono di Fasma floppa malissimo e Amadeus detto “Patato” ferma l’esibizione e lancia la pubblicità prima di far ripetere l’esibizione.  Dopo che probabilmente qualche tecnico ha passato dei brutti 5 minuti si torna all’esibizione. Grande brano e buona interpretazione, ma si poteva dare di più.

Bugo con Pinguini Tattici Nucleari – “Un’avventura”

Quando sei bravo a fare a pezzi una canzone, sei bravo. Non bastano I Pinguini tattici Nucleari per impedirti lo scempio.

Francesca Michielin e Fedez – “E allora felicità”

Quando ti aspetti una roba seria e invece scopri che anche loro sanno essere simpatici e contagiosi. Bel medley e super interpretazione. Tasto destro, salva tra i preferiti.

Irama – “Cyrano”

Solo il fatto di poter ascoltare la voce di Francesco Guccini fa bene al cuore. Anche a lui non si può dire nulla. Ottima interpretazione di un bellissimo brano. Difficile aggiungere altro.

Måneskin con Manuel Agnelli – “Amandoti”

L’inizio del brano fa saltare fuori l’immaturità del cantante dei Måneskin, che sul pulito ancora pecca molto. Manuel Agnelli recupera e quando è il momento di esplodere, si esplode. E si esplode con un grosso botto e con una stupenda esibizione. Il picco si raggiunge quando i Måneskin decidono di donare i fiori al cantante degli Afterhours.

Random con The Colors – “Ragazzo Fortunato”

Già il brano è fin troppo allegro, se poi ci metti altro zucchero, sorrisi e voglia di vivere, allora diventi eccessivamente pesante. Il freestyle non ci sta mai. Grazie al batterista che ha smorzato st’allegria con la sua aura punk/dark.

Willie Peyote con Samuele Bersani – “Giudizi Universali”

Io piango, tu piangi, egli piange. Tutto in positivo.

Orietta Berti con Le Deva – “Io che amo solo te”

Quando vieni da un’altra scuola e sai cantare per davvero, non hai bisogno di nulla. Se poi aggiungi delle coriste alla voce di Orietta Berti eccoci che torniamo subito al Sanremo degli anni ’80 e tutti cantiamo.

Gio Evan con The Voice Senior – “Gli Anni”

Più lo guardo e più cresce una sorta di Sindrome di Stoccolma. Ancora non ha imparato a cantare, ma in fondo anche Max Pezzali non è mai stato un tenore. Inoltre questo strano connubio tra gioventù, senior e gli anni d’oro degli 883 mandano totalmente tutto in confusione lasciando un qualunque giudizio superfluo.

Ghemon con I Neri Per Caso – “L’essere Infinito”

Ci si aspettava poco da Ghemon dopo la prima serata, e invece se la cava decisamente bene. Sarà l’aura dei Neri per Caso che contagia tutti positivamente

La Rappresentante di Lista con Donatella Rettore –
“Splendido Splendente”

Voci super con voci super con altre voci super. Tutto bellissimo e Donatella Rettore non sbaglia una nota. Quota per le coriste legate tramite i capelli e i Kazoo sui ritornelli. Una delle migliori esibizioni.

Arisa con Michele Bravi – “Quando”

Prendere una canzone bellissima e non interpretarla minimamente. 4 minuti di staticità sul palco che si possono superare solo ricordando chi è l’autore della canzone.

Madame – “Prisencolinensinainciusol”

Ottimo arrangiamento quello di Madame, che andando a scomodare il maestro Adriano Celentano riporta un argomento assolutamente attuale. Inoltre bellissima la scenografia con i banchi di scuola con le rotelle e in ledwall con gli studenti della didattica a distanza.

Annalisa con Federico Poggipollini – “La musica è finita”

Buona interpretazione di Annalisa che, accompagnata da un talentuoso Federico Poggipollini, porta in campo un brano storico di Ornella Vanoni. C’era grinta, energia, ma è come se fosse mancato qualcosa, un guizzo. Il tutto risulta troppo accademico e un po’ freddo, peccato.

Lo Stato Sociale con Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli – “Non è per sempre”

In questo unico caso, il messaggio lanciato dalla band e dagli ospiti supera la mera valutazione dell’esibizione. Un tributo ai club, ai cinema e ai teatri ormai chiusi. Dovuta e doverosa.

Gaia con Lous And The Yakuza – “Mi sono innamorato di te”

Al Festival di Sanremo non poteva mancare un brano del grande Luigi Tenco. Gaia e Lous and The Yakuza formano un duo elegante, al contempo dolce e raffinato, una gioia per gli occhi e le orecchie.

Colpesce e Dimartino – “Povera Patria”

Non è chiaro a volte se un artista sia penalizzato dal proprio brano, in quanto non molto forte, o se un brano capolavoro possa apportare dei benefit ad artisti che non potrebbero altrimenti esprimere di più. Detto ciò questa sera Colapesce Dimartino hanno tirato fuori emozioni e sentimenti che ancora non avevamo visto, anche se poi è bastata una frase del maestro Franco Battiato per ricordare a tutti chi comanda.

Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass
“Il mio canto libero”

A proposito dell’affermazione precedente, mi sbagliavo. Una bella canzone se non nelle corde dell’artista può comunque rovinarti, e questo è il caso. Se avevano convinto nell’esibizione dell’inedito, nella cover i Coma_Cose sbagliano tutto e fanno un brutto capitombolo.

Max Gazzè con Daniele Silvestri e
la Magical Mistery Band – “Del mondo”

«Non mi interessa vincere il festival, ma ricordarvi cosa sono musica e spettacolo»

 Malika Ayane – “Insieme a te non ci sto più”

Ancora, una canzone bellissima rovinata da una voce dimenticata nella stanza d’hotel. Interpretazione scialba.

Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra – “Caruso”

Al contrario, Ermal Meta si è messo in testa di vincere il festival, e ce la sta mettendo davvero tutta per farlo. “Caruso” è un brano a doppio taglio, ma a quanto pare lui ha tirato fuori il meglio di se e la Napoli Mandolin Orchestra fa tutto il resto.

Aiello con Vegas Jones – “Gianna”

Qui vado sul personale… a me è piaciuta, la base aveva un groove bellissimo, ma caro Aiello, la devi smettere di strillare e iniziare a cantare.

Classifica generale:

1° Ermal Meta
2° Annalisa
3° Willie Peyote
4° Arisa
5° Irama
6° Lo stato Sociale
7° Malika Ayane
8° Extraliscio e Davide Toffolo
9° Orietta Berti
10° Maneskin

https://youtu.be/Nw8uVS73Jr0

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