Gianna Nannini ha scritto direttamente a Paul McCartney, entrando nel merito della questione voucher anziché rimborsi per i biglietti dei concerti.
«Paul, caro Paul, non abbiamo bisogno di te che bacchetti l’Italia. Invece di cancellare il tuo concerto, ci voleva a recuperarlo come facciamo noi e come fanno tanti artisti internazionali? La musica va aiutata in questo momento recuperando le date, non cancellandole. Ti aspettiamo Paul, vogliamo il tuo concerto!»
Paul McCartney e il “pasticciaccio” all’italiana
Ma andiamo per gradi: Paul McCartney ha detto la sua su questo “pasticciaccio” all’italiana che ha coinvolto i possessori di biglietti di eventi annullati o rimandati a causa dell’emergenza sanitaria. Difatti il cantautore ha detto quanto sia «scandaloso che i fan non possano riavere i propri soldi». Se da un lato il rimborso dei biglietti potrebbe essere davvero la tomba della musica live, dall’altro la questione dei voucher è davvero un duro colpo alle persone che per qualsiasi motivo potrebbero volere dei soldi piuttosto che un “buono spese”.
Anzitutto bisogna dire che tra un anno è difficile sapere se una persona possa partecipare davvero all’evento. In un anno cambiano molte cose e, anche se la colpa non si può attribuire a nessuno, non è una cosa carina vincolare qualcuno per un anno intero.
Il voucher è vincolante al sito di vendita o comunque allo spettacolo che sarà posticipato nel tempo. Non è detto che qualcuno possa o voglia partecipare all’evento tra un anno. Non è detto nemmeno che, in caso di annullamento, la piattaforma organizzi altre iniziative che l’utente possa ritenere interessanti. È vero anche che in questo periodo di profonda crisi, vedersi riaccreditati dei soldi “extra” potrebbe essere la salvezza per molte persone.
Voucher o rimborso? È davvero la polemica di cui abbiamo bisogno?
Insomma è il classico “pasticciaccio brutto”. Una di quelle situazioni dove è realmente difficile prendere una posizione netta. Anche la politica nostrana sta lavorando per risolvere questo problema, ma i tempi sono quello che sono e mettere d’accordo tutti è cosa molto difficile.
La cosa bella di ogni polemica, però, è anche vedere da chi parte. Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse qualcuno. E allora ci torna in mente un concerto del 2018 di Gianna Nannini. Quel concerto a Palermo fu annullato per maltempo dopo meno di 45 minuti. Ovviamente gli organizzatori tirarono in ballo la questione sicurezza e si dissero contrari al rimborso richiesto dal pubblico. Nacquero dei gruppi sui social e la polemica andò avanti per un po’, ma senza alcun esito.
Adesso non vogliamo metterci a sindacare sul passato e su quello che è stato o non è stato, ma molto spesso prima di far partire una “rivolta” bisognerebbe fare contare fino a dieci, o no? Vero anche che le polemiche su Gianna Nannini sono state molte nel corso degli anni, spesso erano fondate, spesso no, ma comunque la cantante le ha liquidate tutte con le “buone maniere” che la contraddistinguono e senza troppi complimenti.
Altra grande polemica piovuta su Gianna Nannini fu quella della comunità LGBT che l’ha sempre accusata di restare “in incognito” sull’argomento senza mai schierarsi. Accusata di “guardare l’Italia” dal suo trono londinese, più e più volte la cantante è stata criticata per le sue scelte. Anche qui il tutto è stato liquidato con il silenzio più assoluto.
Tutto questo per dire che, sì, Gianna Nannini ha voluto parlare direttamente a Paul McCartney (cosa che in verità fa un po’ ridere) ma, spesso, ha taciuto su questioni di uguale importanza. Quello dei voucher è un problema serio che deve essere risolto, senza se e senza ma. Ma la soluzione non sta di certo nelle frecciatine lanciate sui social da chissà dove.