I Gravestone si sono formati nell’ottobre 1992, con questa formazione: Marco Borrani, (chitarra ritmica e solista), Marco Mangone (chitarra ritmica e solista), Andrea Cipolla (chitarra ritmica e solista), Andrea Esposito (basso), Massimiliano Buffolino (tastiere), Fabio Mociatti (batteria e vocalist).
Nel 1994 ci fu la firma per la compilation “Audiostar Production” con il brano “Corpse Embodiment”; in seguito l’accordo con la Drachma Records, che ebbe come effetto il primo LP “Simphony of Pain”. Dopo vent’anni di split up nel 2017, Marco Borrani riforma i Gravestone con nuova formazione ed esce l’EP “Proud to be Dead”. Dopo molti live ed avvicendamenti nel gruppo giungiamo finalmente al rientro in formazione di Massimiliano Buffolino (Gennaio ’18) e quindi alla formazione odierna.
Nuova formazione e sound
La formazione attuale vede Massimiliano Buffolino (Tastiere), Marco Borrani (chitarra), Massimiliano Maax Salvatori (basso), Gabriele Maschietti (chitarra), Simona “Sandcrow” Guerrini (voce) e David Folchitto (batteria). Gabriele e Simona sono gli ultimi arrivati, rispettivamente 2017 e 2020. Massimiliano Buffolino è tornato nel 2018 ma rappresenta una sorta di continuum con la storia dei Gravestone. Maax e David sono stati i primi due ad essere contattati da Marco per riformare la band sul finire del 2016.
La band va verso sonorità death ma con influenze funky, progressive e metal melodico. Infatti i membri della band provengono da diverse esperienze e generi musicali che riportano nelle loro canzoni, pertanto sperimentano di continuo.
Nel 2020, con il cambio alla voce e l’entrata in formazione di Simona Guerrini, i romani ispirandosi al romanzo fantasy di Cecilia Randal realizzano il debut album “Ars Arcana” per Elevate Records.
“Proud to be dead”
“Proud to Be Dead” è assolutamente il lavoro migliore che i Gravestone potessero fare.
Il death metal dei nostri non è stato stravolto, la matrice progressiva di fondo è rimasta ma senza prendere il sopravvento, sancendo un sapiente equilibrio tra potenza, melodia, rabbia ed esplosività che più di venti anni fa mi aveva fatto innamorare della loro musica.
In questo EP troviamo 4 brani inediti ed un “ripescaggio” del passato che va a rendere merito a “Corpse Embodiment”, straziata dalla carente produzione di allora ma che oggi rifulge a nuovo splendore, impreziosita ulteriormente da nuovi arrangiamenti ed inserimenti tastieristici.
Inarrestabili Gravestone, nessuno li può fermare!
Giulia Marceca