“Heroes” di David Bowie è con tutta probabilità nato prima della maggior parte delle persone che stanno leggendo questo articolo. Se non è così, forse potreste essere tra i pochi fortunati ad aver ascoltato il brano ai suoi albori. Per tutti gli altri, è doveroso puntualizzare come sia di rilevante importanza il fatto che, benché questo brano abbia oggi 42 anni, venga ancora adottato costantemente per spot pubblicitari, manifestazioni, come inno alla libertà e ovviamente passato in radio. Sì, perché “Hero”, proprio come vuole il suo titolo, è un brano quasi immortale e che porta con sé un bel pezzo di storia della musica.
Il periodo Berlinese
Non è un segreto che David Bowie, negli anni Settanta, abbia avuto molti problemi di droga. In quel periodo viveva a Los Angeles e, chiuso nella sua casa, affrontava da solo una lunga crisi che lo portava a rifugiarsi in se stesso con alcool e cocaina. Addirittura i due amici Elton John e John Lennon pensavano che ormai, per lui non ci fosse più nulla da fare e che fosse prossimo alla morte. Nulla di più sbagliato. Il Duca Bianco volò a Berlino per rimettere in pieni la sua vita professionale e personale. Proprio lì, assieme all’amico Brian Eno, infatti, nacque l’album omonimo “Heroes”.
Chi sono gli “Heroes”?
“We can be heroes, just for one day”. (Possiamo essere eroi, solo per un giorno). Sono queste le parole che riecheggiano nel brano, con tutta la potenza di cui dispone David Bowie. Il grido disperato di uno dei pochi romantici rimasti sulla terra che ha come sfondo il Muro di Berlino. Invita la sua ragazza a non arrendersi, a non scegliere la strada più facile, ad essere un’eroina. Che proprio il Muro di Berlino facesse da sfondo a questa vicenda era palese. Ciò che non era palese era quali fossero i protagonisti di questa storia. Il Duca Bianco inizialmente confermò che si trattasse di due personaggi di fantasia, ma non era la verità. Il testo era stato ispirato dal suo produttore Tony Visconti. All’epoca sposato, il produttore si vedeva di nascosto con una corista. L’immagine dei due che si abbracciano, di fronte ad una finestra degli Hansa Studio che si affacciava proprio sul muro, fu la scintilla che accese il fuoco per il brano leggendario. Solo successivamente David Bowie confermò questa versione, dicendo che allora non voleva compromettere il rapporto tra Tony Visconti e la moglie.
Collaborazioni e costruzione del brano
“Heroes” è il nome del singolo e dell’album. Le virgolette, assolutamente volute nel titolo e non inserite per errore, servirebbero a dare un tono ironico alla parola. Secondo Bowie e Eno altrimenti sarebbe risultato troppo pesante e ridondante. Il nome stesso della canzone non è “originale”. I due si ispirarono a “Hero” dei Neu!, gruppo tedesco famoso per essere considerato tra i più importanti nel genere Krautrock. Il testo del brano arrivò solo alla fine, ma Brian Eno disse di aver composto la musica con la parola “Heroes” in testa già prima di saper che sarebbe stata adottata come titolo. Tutta la costruzione dei suoni è studiata come per essere un muro. Le fondamenta sono di una base classica di pianoforte, basso elettrico, chitarra ritmica e batteria. Successivamente con i sintetizatori è stato creato il muro di suoni che possiamo ascoltare. il tocco finale fu dato dal chitarrista dei King Crimson che ideò un riff di chitarra non convenzionale per accompagnare il tutto.
Il resto è storia…
“Heroes” è stato inserito nel 2004 al 46esimo posto delle 500 canzoni più belle di sempre secondo Rolling Stone. Successivamente il brano è diventato una delle bandiere più forti di David Bowie, nonché tratto distintivo di riconoscimento. Moby ha dichiarato che “Heroes” è uno dei suoi brani preferiti di sempre e che non poteva non influenzare tutta la sua musica. Addirittura i Depeche Mode sono legati a questo brano. Infatti sembrerebbe che il cantante Dave Gahan fu assunto da Vince Clarke dopo averlo ascoltato intonare “Heroes”. Le cover di questo pezzo sono davvero infinite, e tra i gruppi più famosi troviamo proprio i Depeche Mode, King Crimson, Blondie, Oasis e Peter Gabriel.