Dopo aver affrontato lo scioglimento del gruppo appena dopo l’uscita del loro primo album nel 2014, i Crevice tornano con una nuova formazione. Non solo, ma con l’aiuto del produttore Davide Lasala, nel 2018 si chiudono in studio per registrare il secondo album. Arriva così “Pesci”, un disco variegato che mette insieme sonorità più distintamente rock, con testi che invece si avvicinano alle tendenze pop contemporanee. Le otto tracce che lo compongono hanno tutte le stesse linee guida a tracciare la strada all’interno di un percorso comunque coerente. Il sound dei Crevice guarda alle malinconiche atmosfere grunge e strizza l’occhio ai riff più duri del rock.
Fin dalla prima traccia, “Cioccolata”, i Crevice promettono al pubblico un disco dalle tendenze decisamente alternative rock, mentre la seconda parte del brano evidenzia la grande protagonista di “Pesci”. La voce del cantante Elia Biancardi chiarisce allora di essere il perno attorno a cui ruoterà tutto l’album. Con”Dimmi” si torna invece a toni più morbidi, almeno fino a quando, nel finale della canzone, il trio decide di esplodere ancora una volta. La stessa linea di condotta per “Granito”, dove però al cambio di registro i Crevice si affidano a un tono più cantautorale. Improvvisamente con “Liberi” si creano atmosfere più ruvide, in un esercizio di stile riservato al cantante.
“Pesci” dei Crevice è un disco dalle sonorità rock e testi che invece si avvicinano alle tendenze pop contemporanee.
“Non Chiamarla Malinconia” è l’intermezzo di “Pesci”, la classica ballad che non può mancare, ma le ultime tracce non dicono molto di più di quello che è stato già detto. “Stupido” predilige linee sonore e vocali che si riconoscono più nel modaiolo pop indipendente, e “Viola” chiude l’album guardando all’incipit, con colori più scuri e rock. Si discosta invece la title track, “Pesci”, con un testo più profondo che chiarisce le intenzioni dei Crevice. Il loro è un album che cerca di risollevarsi dalla malinconia di chi non sa come vivere in un mondo tanto veloce. I pesci non sono altro che coloro che vivono ai margini e che cercano il modo per cavalcare la corrente.
Riecheggiano, ascoltando “Pesci”, band nostrane come Le Vibrazioni. Il motivo è certo la grande importanza e lo spazio che viene data alla voce di Elia Biancardi. Come quasi la maggior parte delle band, il ruolo del frontman è quello che più di tutti porta in scena la natura di tutta la formazione. Eppure i Crevice, che hanno la capacità di giostrarsi tra generi che al giorno d’oggi hanno confini sempre più labili, sembrano soffrire una certa limitazione. La voce fin troppo virtuosistica del cantante, offusca tutto il resto, testi compresi, rischiando di snaturare la band in favore di un solo protagonista. Innegabile capacità, certo, ma questo è il caso di dire che meno è meglio.