Secondo i Minatox69 la loro ultima creatura, “Collapse”, è un «perfetto connubio tra riff pesanti e vibrazioni melodiche». Ho sentito l’album con attenzione e alla fine, sotto una montagna di brutalità sonora, c’erano degli sparuti, intelligenti, tocchi melodici. Certo però è che non si può parlare di un perfetto connubio. “Collapse” è una palla chiodata fatta di puro Pantera metal che non prende respiro quasi mai, nella sua truculenta strada verso la conclusione. La voce alla Phil Anselmo, ora melodica, ora (quasi sempre) rabbiosa di Bozart racconta i cupi scenari di un disastro ambientale, topos che, coi tempi che corrono, ormai è diventato parte dell’iconografia apocalittica metal.
“Collapse” è una gragruola di death e thrash metal, appena interrotta da sparuti e intelligenti momenti melodici
“I Can’t Believe” rompe subito gli indugi con una ritmica tiratissima, che sfocia in sciabolate thrash/death metal. “Nothing New Under the Sun” in ossequio al titolo, e la title track “Collapse” continuano imperterrite a picchiare sugli stessi punti, sino alla più piana “Frozen Blood”. Luciferina traccia death metal, è il trampolino ideale per l’orgia casinista di “What”, che taglia l’album in due parti. Dopo un breve silenzio, “Guilty” riprende le ostilità con fraseggi insoliti, di maideniana memoria, che lasciano spazio a un brano più lento, più riflettuto di quelli precedenti, ma ancora più cupo. “Next Enemy” e “Plastic Apocalypse” accelerano di nuovo, riportando thrash e death al centro del discorso sonoro.
“Collapse” dei Minatox69 è un album ignorante, che trova nella ruvidezza del suono forma e scopo
“Cupidity”, velenosa ode all’avidità, sfoggia funambolici passaggi di chitarra e un ritornello più rock, più orecchiabile, che senza dubbio trascinerà le folle in occasione live. “Cyrus” chiude l’album con una mesta e delicata ballata strumentale. Un finale spiazzante quanto blando. Mi sarei aspettato dei fuochi d’artificio, invece di questo finale un po’ in sordina. Ad ogni modo, i Minatox69 hanno dato alle stampe un album solido, dalle buone idee compositive e ben eseguito strumentalmente. Non guasterebbe qualche guizzo creativo in più, ma in generale “Collapse” si presenta come un’ottima (ri)prova su strada. L’unico vero ostacolo alla fruizione di questa cannonata sonora è l’abominevole copertina, che pare quella di un album anni’90 dei Prophilax. Ignoratela!