JIM CARREY è un presentatore tormentato nella nuova serie KIDDING • MUSIC.IT
Jim Carrey nella nuova serie di Sky Atlantic "Kidding".
Jim Carrey nella nuova serie di Sky Atlantic "Kidding".

JIM CARREY è un presentatore tormentato nella nuova serie KIDDING

Michel Gondry passa alla narrazione seriale con una storia straordinariamente tangibile. “Kidding”, serie tv Showtime in onda su Sky Atlantic, ci racconta le vicende di Jeff Piccirillo, in arte Mr. Pickles, un celebre presentatore di un programma per bambini, interpretato da Jim Carrey. I due tornano a lavorare insieme, dopo quel folle capolavoro di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, conosciuto per la sua barbara traduzione italiana, “Se mi lasci ti cancello”. In “Kidding” ritroviamo quella stessa visionarietà formale e profondità introspettiva soliti del regista francese. Che torna a sposarsi con la mimica tragicomica e imprevedibile di Jim Carrey. Mr. Pickles, data la sua contraddittorietà, non poteva che essere interpretato se non dall’attore. Capace di saper trasmettere, il ritratto frammentario e complesso proprio del personaggio, fuori e dentro le scene.

Sin dalle prime inquadrature del primo episodio, ci scontriamo con la realtà di Mr. Pickles. Ogni giorno, per 30 lunghi anni, il presentatore ha tenuto compagnia al suo piccolo pubblico. “Mr. Pickles’ Puppet Time”, è un programma dove, accompagnato da pupazzi parlanti, il suo protagonista elargisce lezioni di buona condotta. Lo show è così apprezzato, non solo dai più piccoli, ma anche a livello internazionale, che il format viene esportato all’estero. Mr. Pickles rappresenta l’amico con cui tutti noi vorremmo a che fare. Cordiale, amorevole e sempre con il consiglio giusto. “Dentro te, a qualsiasi età, non tradire quel che sei”, recita una delle sue tante canzoni. Ma dietro il suo rasserenante volto, chi si nasconde?

“Kidding”, serie tv Showtime in onda su Sky Atlantic, ci racconta le vicende di Jeff Piccirillo, in arte Mr. Pickles.

Jeff Piccirillo è un uomo con cui la vita, purtroppo, non è stata così generosa come il suo amato personaggio. Lasciato dall’adorata moglie, padre di un figlio alle prese con problemi adolescenziali, Will, e con il peso di un lutto che ha aggravato la sua situazione familiare. Nel privato lui in prima persona, si sforza di non tradire se stesso, rimanendo Mr. Pickles anche dietro i riflettori. Ma l’impatto con la realtà è così forte da gestire, da non poter usufruire di una semplice canzone sanatoria. “Kidding”, quindi, seguirà questa combutta tra il Jeff uomo, padre e marito enormemente ferito, e il gioviale Mr. Pickles. Due figure inizialmente e apparentemente non scindibili, fino ad ulteriori eventi che andranno a minare la stabilità emotiva e psicologica del caro presentatore.

“Non puoi essere sempre Mr. Pickles”, gli viene spesso ripetuto. Tuttavia Jeff vorrebbe dimostrare proprio il contrario. Perché mosso da una vocazione superiore nel voler far sentire amati e in pace con se stessi, non solo i bambini, ma tutte le persone attorno a lui. Come la sorella, Didi, la manifatturiera dei pupazzi protagonisti del suo show. Anche lei è sull’orlo di una crisi di nervi, con un matrimonio non troppo roseo, e una figlia difficile da gestire. O il figlio Will, in pieno conflitto edipico con il padre, che reputa inappropriato per via delle sue candide storielle infantili. Ma il rapporto più ricco di zone d’ombre, è quello di Jeff con il suo stesso padre. Sebastian Piccirillo è il produttore esecutivo dello show del figlio. Cinico e caparbio, l’interesse per il benessere di Jeff è direttamente proporzionale agli ascolti dello show televisivo.

“Kidding” segue la combutta tra il Jeff uomo, padre e marito enormemente ferito, e il gioviale Mr. Pickles.

Per quanto Jeff si sforzi di essere Mr. Pickles nella quotidianità, nulla ci appare più contraddittorio. Come d’altronde i restanti i personaggi e le file delle relazioni interpersonali tra essi. La peculiarità di “Kidding”, sta proprio nel suo non seguire linee marcatamente stabili. Nel corso dei dieci episodi, il protagonista e gli altri personaggi cambiano rotta, non mantenendo lo stesso atteggiamento stabilito. In questo risulta il tutto alquanto tangibile. Come nella vita di tutti i giorni, le dinamiche relazionali e intime in “Kidding”, seguono un andamento borderline. Contrapponendo picchi di felicità ad altri di forte crisi interiore. Gli eventi casuali giocano un ruolo fondamentale, niente è preventivato. Un piccolo gesto, un’azione spontanea, può essere detonatore di unità o rottura dei rapporti, o della considerazione verso Will per suo padre, e viceversa.

“Kidding” ci dona un affresco complesso. Abitato da personaggi composti da innumerevoli sfaccettature. E dove il dramma, nel senso più classico da definire, si spoglia del suo ascendente melò, per riproporre dinamiche materialmente essenziali. Tuttavia, Gondry pone al mondo di Mr. Pickles, quella sua carica formale solita. Contraddistinta da uno uso “artigianale” degli effetti speciali e delle scenografie, che rimandano agli scenari fantasiosi costruiti dai bambini. L’infanzia è la base su cui ruota l’intera serie. Jeff/Mr. Pickles ha un innocenza pura e priva di doppi fini. E la sua crisi nasce quando vede realmente che il mondo idilliaco da lui tanto promosso gli si dematerializza davanti agli occhi. Lasciandolo inerme e non capace di reagire razionalmente, se non usando il modus operandi del suo personaggio.

La meravigliosa chimica tra il regista francese Michel Gondry e Jim Carrey, dove dà vita a una delle sue interpretazioni più coinvolgenti.

Jeff è Mr. Pickles. Ma a volte gli viene chiesto di essere solo Mr. Pickles, come le innumerevoli lettere dei suoi fan. E a volte di farsi da parte, ed essere sostituito da un pupazzo di cartapesta. Gondry, forse grazie alle collaborazioni passate con Charlie Kaufman, riprende la solita riflessione dello sceneggiatore sull’incapacità di stare in scena. In questo caso, non sul set, né in un teatro, ma nella vita di tutti i giorni. “Kidding” si pone come uno dei migliori prodotti di quest’anno. Quasi azzarderei degli ultimi anni. Riconfermando la meravigliosa chimica tra il regista francese e Jim Carrey, dove dà vita a una delle sue interpretazioni più coinvolgenti. Un moderno Pierrot, vinto dagli eventi sfortunati, ma impossibilitato a non poter donare la sua amorevole generosità e saggezza.

https://youtu.be/OzwU7dbmAyY