I Katiusha in una foto promozionale di “Diverticoli”.
I Katiusha in una foto promozionale di “Diverticoli”.

KATIUSHA: “Le emozioni son soffocate dalla routine e dalla società in cui viviamo”

Ciao ragazzi! Sono veramente felice di accogliervi sulle pagine di Music.it! La prima domanda è facile. Forse. Chi è Katiusha? Cosa è Katiusha?

Gyada: In realtà è difficile rispondere a questa domanda. Forse perché Katiusha è un percorso, è crescita. È una piccola matriosca che prende forma da tante influenze mescolate tra loro, senza dar peso a quello che il mercato chiede. È semplicemente il creare musica insieme.

Come pensate che il titolo “Diverticoli” raccolga i vari temi che affrontate nell’EP?

Gyada: Abbiamo immaginato l’insieme di parole e concetti che trovano spazio all’interno dell’EP come i semi racchiusi dentro una melagrana. Un frutto semplice e robusto all’esterno ma complesso e delicato al suo interno, con note di sapore sia aspre che dolci.
Lo abbiamo immaginato come un organo esistente e funzionale all’interno del nostro corpo. Ogni emozione, diverticolo o malessere, si annida e scava dentro di noi sotto forma di paure, pressioni e insoddisfazioni. Emozioni soffocate dalla routine, dalla società, dall’epoca in cui viviamo, in cui troppo tempo è trascorso a cercare di piacere, essere perfetti, una continua recita fatta di falsi sorrisi. Diverticoli vuol dire ascoltare il nostro io interiore e cercare noi stessi in ogni atto, dando importanza all’interiorità quanto al gesto, la sua espressione esterna.

Dal 2013 a oggi ne avete percorsa di strada. Qual è l’esperienza che secondo voi descrive a pieno l’essenza dei Katiusha?

Gyada: Abbiamo percorso una strada con tanti cambi di formazione all’interno del progetto, ma sempre diretti verso la crescita e alle esigenze comuni. Quindi penso che l’esperienza che ci descriva a pieno sia proprio il momento della composizione, della scrittura dei brani. Dal coinvolgimento in sala prove, al ritorno a casa con mille idee ed emozioni che devono trovare spazio in pochi minuti di pezzo, all’esperienza di crescita in sala di registrazione.

Un EP come “Diverticoli” non è semplice da diffondere oggi. Cosa fareste ascoltare a un adolescente di oggi per svezzarlo al post-punk?

Gyada: Si inizia sempre dai classici come Pixies, Sonic Youth e CCCP – Fedeli alla linea.

Se doveste sintetizzare “Diverticoli” con un proverbio, una massima, quale scegliereste?

Gyada: Sceglierei una frase presa dall’ultima traccia dell’EP, che è anche la frase conclusiva del disco: “Porta via una scorta di me, con cura, e lascia un po’ di te…”.

Un occhio sul presente. Se aveste una bacchetta magica, cosa cambiereste nell’ambito della produzione e della sponsorizzazione musicale?

Giorgio: Penso ci sia necessità di cambiare l’approccio: un po’ meno consumo e un po’ più consapevolezza. Ci vuole tempo per scrivere musica e testi, e ci vuole tempo anche per scegliere, ascoltare e capire. Mi sembra che si vada invece nella direzione opposta: velocità e quantità. Credo che questo discorso valga per chi la musica la produce, ma anche per chi la ascolta. Ed è chiaramente un discorso ampliabile ad altri contesti.

Parliamo delle soddisfazioni. Come è stato aprire il concerto degli Afterhours?

Gyada: Sono passati due anni ma il ricordo e l’emozione di stare su quell’enorme palco è ancora viva. Penso di aver esaudito in parte uno dei miei piccoli grandi sogni nel cassetto, e cioè aver avuto la possibilità di aprire a una delle mie band preferite. Il mio sogno si concluderebbe con Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti.

A proposito di concerti, ce n’è uno che vi metterebbe d’accordo tutti e quattro?

Giorgio: In effetti credo di no. Abbiamo tutti gusti davvero molto diversi! Forse ci potrebbero mettere abbastanza d’accordo i gruppi della vecchia scuola come appunto gli Afterhours, i Marlene Kuntz o i Verdena. Ma ovviamente stiamo pensando un po’ troppo in grande!

Progetti a medio e lungo termine? Potete anticiparci qualcosa? Giuro che non lo diciamo a nessuno…

Giorgio: A medio termine cercheremo di suonare un po’ dal vivo per quello che ci è possibile. Al momento siamo abbastanza impegnati con la promozione per cui non abbiamo ancora pianificato nulla.

Le ultime righe sono tutte vostre. Usatele come volete!

Giorgio: Intanto vi ringraziamo molto per questo spazio. Trovate la nostra musica online un po’ ovunque, ma speriamo di incontraci a qualche concerto per fare due chiacchiere di persona!

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