Music.it oggi ospiterà Roberto Colella, frontman dei La Maschera. Benvenuto! Raccontaci un po’ chi siete!
Ciao a voi! Ho sempre trovato difficile rispondere al “raccontami chi sei”, un po’ perché i racconti possono finire facilmente nell’autocelebrazione, un po’ perché trovo sia veramente complicato ‘raccontarsi’. Dirò che siamo ragazzi come molti altri, innamorati della musica, con una forte voglia di condividere emozioni.
La vostra musica, come dimostrano anche i testi, è fortemente legata alla vostra terra, ma si è arricchita anche di tante altre influenze oltre i confini partenopei. Puoi dirci qualcosa in più?
Assolutamente sì, c’è un legame profondo con vicende che ci riguardano da vicino, chi più chi meno. Di solito osservo tanto e provo a sintetizzare riflessioni profonde partite da scene quotidiane. La curiosità invece mi spinge a raccogliere influenze da mondi che mi ispirano particolarmente. I suoni del Mali, del Senegal e del Burkina Faso, le melodie sudamericane, argentine o portoghesi, fino ovviamente alle musiche tradizionali del nostro territorio (non solo campano). Il senso è quello di portare l’ascoltatore nel viaggio di sensazioni fatto durante la composizione, sfruttando anche i suoni.
Il vostro secondo album “ParcoSofia” porta appunto il nome di un luogo reale, ma è anche un gioco di parole. Spiegaci meglio.
Sì, “ParcoSofia” ha radici reali: un quartiere di case popolari della periferia nord est di Napoli. La ricerca del gioco di parole è invece venuta dopo. Analizzai le due parole singolarmente e dal greco e latino veniva fuori “moderarsi in sapienza”. Mi è sembrato un buon consiglio nell’epoca dei tuttologi.
È iniziato da poco il tour estivo de La Maschera. Come sta andando?
Benissimo. Siamo molto felici. C’è sempre una certa magia ai concerti e (menomale) il pubblico risponde sempre più numeroso.
Saranno tanti i palchi importanti su cui salirete: il Giffoni, l’Home Festival di Venezia o ancora lo Sziget di Budapest. C’è anche un po’ di timore tra la tanta emozione?
Ti direi di sì ma non sarebbe vero. C’è tanta voglia di suonare e il palco diventa sempre un momento di gioia ed emozione profonda che però è lontana dal timore.
Sono in lavorazione anche nuovi brani. Saranno sicuramente una sorpresa, ma concedeteci qualche curiosità. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sai che non saprei come definirli? Di solito usiamo il termine “world music” per mascherare l’incapacità nostra di definire il genere dei nostri pezzi. Per ora posso dire di aver pronta la prima metà del nuovo disco e che è fatta di momenti profondi e di altri esplosivi.
In attesa di vedervi quest’estate in tour, ti ringraziamo Roberto per essere stati con noi in nome dei La Maschera. Come nostra usanza, ti lasciamo quest’ultima domanda totalmente libera, da riempire con quello che vuoi. A presto.
Semplicemente ci vediamo presto, magari ad un concerto o magari vi invitiamo in studio. Un abbraccio e grazie assaje assaje.