LA RIVOLUZIONE DEL GIORNO PRIMA è il grande ritorno dei RITMO TRIBALE
La formazione dei Ritmo Tribale.
La formazione dei Ritmo Tribale.

LA RIVOLUZIONE DEL GIORNO PRIMA è il grande ritorno dei RITMO TRIBALE

La copertina di "La Rivoluzione Del Giorno Prima" dei Ritmo Tribale

Quello dei Ritmo Tribale è un ritorno sulle scene che molti magari non si aspettavano, ma che allo stesso tempo smuove emozioni difficili da raccontare. Band in prima linea già negli anni Ottanta, quando l’alternative rock sembrava un retaggio d’oltreoceano, i Ritmo Tribale hanno aperto la strada a molteplici band che nel decennio successivo hanno trovato successo. Dallo stesso sound, da quell’ambiente viscerale dei centri sociale, dalla Milano da bere, hanno preso forma realtà coeve come quelle degli Afterhours, Marlene Kuntz, Massimo Volume. E poi i Ritmo Tribale si fermano di colpo nel 1999, all’uscita del primo album dopo l’abbandono dello storico performer Stefano Rampoldi, in arte Edda.

Una decade di carriera durante la quale hanno fatto capolino album potentissimi, perle dell’alternative rock italiano degno di nota. Innanzitutto “Kriminale” del 1990, che risentiva ancora della vena punk imperante al Virus di Via Correggio, ma che lasciava il ruolo di protagonista a violente schitarrate hard rock. Da qui in poi, i Ritmo Tribale sperimentano senza sosta fino a giungere a un altro lavoro ottimo che è “ Psycorsonica” del 1996, personale e d’impatto che ha rappresentato forse il loro punto di arrivo artistico. È durante il tour che Edda abbandona e sparisce per un po’ dalle scene per tornare nel 2008 con un progetto solista. I Ritmo Tribale cercano di andare avanti con Andrea Scaglia frontman.

Quello dei Ritmo Tribale è un ritorno sulle scene che molti magari non si aspettavano, ma che allo stesso tempo smuove emozioni difficili da raccontare

Ma qualcosa si rompe e il successivo “Bahamas” del 1999 passa praticamente in sordina. I Ritmo Tribale restano indietro e non avranno mai i numeri delle band coeve. Vent’anni di silenzio, un timido saluto al loro pubblico solo nel 2007 con la raccolta “Uomini 1988-2000”, e d’improvviso eccoli qua. Oggi 17 aprile “La Rivoluzione del Giorno Prima” viene distribuito in tutte le piattaforme streaming e download per Bagana / Pirames International. Andrea Scaglia sempre alla voce torna alla grande nel ruolo di frontman insieme ai suoi Fabrizio Rioda (chitarra); Andrea Filipazzi (basso), Luca Talia Accardi (tastiere), Alex Marcheschi (batteria). “La Rivoluzione Del Giorno Prima” è allora prima di tutto la prova che l’acqua sotto i ponti passa, ma alla fine ci si ritrova comunque.

Non è la Milano degli anni Novanta e la musica indipendente ormai è solo un residuo temporale tra una major e l’altra. Eppure i Ritmo Tribale non hanno perso quella caratteristica che li ha sempre contraddistinti. La presa d’atto e il giudizio in chiave ironica di quella generazione che pensava di avere in mano la rivoluzione invece si è persa tra gli aperitivi al bar. Ne “La Rivoluzione Del Giorno Prima” il sound è quello che ci ha fatto innamorare: schitarrate crude e ritmiche d’impatto che possiamo apprezzare in “Le Cose Succedono” e in “Resurrezione Show”, brillante riadattamento del brano dei Killing Joke. Ma tornano anche i bassi decisi e le atmosfere grunge in “Jim Jarmusch” e “Milano Muori”.

“La Rivoluzione Del Giorno Prima” è allora prima di tutto la prova che l’acqua sotto i ponti passa, ma alla fine ci si ritrova comunque

E a dimostrazione di quanto “La Rivoluzione Del Giorno Prima” sia un album all’insegna della voglia di ritrovarsi è l’inserimento di “Buonanotte” scritto da Edda e qui presente con un nuovo arrangiamento di pianoforte scritto da Scaglia. Ma il bello di questo lavoro è soprattutto la visione graffiante di quella generazione che poi è anche un po’ la nostra. Ché a forza di rimandare tutto a domani, le nostre lotte le fanno gli altri e in un modo che poi alla fine non ci piace mai. Neanche una volta “La Rivoluzione Del Giorno Prima” si tinge di nostalgia, né di sconfitta. I Ritmo Tribale non rimpiangono niente, ma mettono finalmente un punto a quelle rivoluzioni innocue della musica alternativa negli anni Novanta. Ma c’è sempre modo di ripartire e sarà un’altra sporca battaglia.