Diamo il nostro benvenuto su Music.it ai Laika nello Spazio! Come state passando questa fine di Settembre?
Lieti di essere su Music.it; bè, stiamo procedendo con calma alla stesura di nuovi brani, compatibilmente col lavoro e con il caldo!
Per rompere il ghiaccio ci piacerebbe sentire un aneddoto divertente sulla vostra attività dal vivo. Vi è mai successo qualcosa di strano, buffo o semplicemente assurdo durante un concerto?
Niente che si possa raccontare (ridono).
“…Che si possa raccontare”, tenetevi i vostri misteri, allora! Il vostro ultimo lavoro racconta con amore e rabbia la vita di provincia. Qual’è il vostro rapporto con Rho e l’hinterland milanese?
Ci siamo trovati tutti e tre a vivere nell’hinterland milanese per questioni di lavoro arrivando da zone d’italia lontane. Alla vita di provincia ci siamo abituati da sempre; qui non è molto diverso. All’inizio, come ogni cambiamento importante di vita, è necessario attraversare una fase di adattamento, ma possiamo dire con piacere che Rho e le sue dinamiche sociali ci hanno subito fatto sentire a casa. Abbiamo conosciuto molti musicisti e non che sono diventati amici e in un certo senso anche fonte d’ispirazione.
La vostra formazione, con due bassi e batteria, è inusuale e interessante. Come scrivete i vostri pezzi, lavorandoci tutti insieme dall’inizio o qualcuno ha un ruolo preminente nella creazione?
Inusuale? Forse. Per noi non troppo… ci piace pensare al basso elettrico come strumento a 360 gradi, non limitando il suo uso solo alla ritmica. Ci divertiamo a creare i giusti intrecci e a giocare con le frequenze, creando un tutt’uno con la batteria e le linee vocali; abbiamo solitamente due modalità di scrittura.
E quali sono?
O partiamo da un’improvvisazione in sala sulla quale poi costruiamo una linea vocale adattando le parti in funzione di questa (o viceversa), oppure arriva in sala già una bozza di struttura col testo sulla quale poi si lavora a sei mani. In entrambi i casi le bozze subiscono decine di cambiamenti e rifiniture prima di considerarli finiti.
Nell’estate del 2015 è nata la vostra band. Cos’è cambiato nel corso di questi quattro anni, nel modo di lavorare ma anche nel vostro rapporto come gruppo?
È cambiato tanto… abbiamo imparato a conoscerci innanzitutto come persone, capendo i pregi e difetti reciproci, abbiamo imparato a non porci limiti “di genere“ nella scrittura delle canzoni, e abbiamo scoperto quanto è bello avere tutti in una band la massima libertà espressiva e creativa.
Cosa fondamentale: abbiamo acquisito un’identità di gruppo grazie ad esperienze come il ritirarci per giorni in una casa in montagna lontani dal mondo prima di entrare in studio e registrare il disco, il suonare dal vivo e il vedersi anche non necessariamente per la musica.
Il vostro sound ruvido non fa compromessi con le sonorità che vanno per la maggiore oggi, come la trap o l’apparentemente immortale pop all’italiana. Come vedete la scena musicale italiana di adesso?
L’impressione è che siamo ormai arrivati a un punto in cui chi ha coltivato bene negli scorsi 10 anni adesso si prende i meriti a lungo termine. Poi ogni genere musicale ha delle ciclicità inevitabili, noi facciamo quello che ci sentiamo di fare ispirati dalle band che ci hanno cresciuti semplicemente perché non sapremmo fare altro. E non saremmo contenti di fare altro.
Vi aspettavate di essere accolti bene quando avete cominciato?
No, mai ci saremmo sognati che il nostro disco potesse avere, nel suo piccolo, un riscontro così positivo dagli addetti ai lavori. Comunque sentiamo che il 2020 decreterà un vero e proprio ritorno del rock sulle scene italiane, ci sono già dei segnali evidenti. E poi esce il disco dei Verdena!
Quali sono invece i gruppi da cui avete tratto più ispirazione, o con i quali vi sentite comunque legati?
Le band dell’alternative italiano anni 90 hanno avuto una forte influenza su di noi, come i Massimo Volume, Afterhours, CSI, La Cruz, Marlene Kuntz. Restando nei confini italiani riteniamo fondamentali anche i grandi cantautori come Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Francesco Guccini. Per quanto riguarda i gruppi internazionali, le band che ci hanno ispirato sono moltissime, e di generi diversi Tra questi: Sonic Youth, Velvet Underground, The Cure, Joy Division, Morphine, The Sounds, Deftones, Tool, Ramones, The Clash.
Ringraziamo i Laika nello Spazio per il tempo che ci hanno dedicato. Lasciamo a loro lo spazio finale dei saluti!
È solo una questione di tempo e continuità!