Sangiovanni si è raccontato in un’intervista al settimanale Oggi. “Quando si è esposti mediaticamente arrivano l’affetto e la positività, ma anche l’odio. Mi hanno attaccato con ferocia e augurato di morire. Senza conoscermi, senza un perché”.
Il cantant negli ultimi due anni ha realizzato un sogno che sembrava impossibile: quinto posto a Sanremo, 21 dischi di platino, concerti sold out. Eppure, racconta, “questa cattiveria gratuita mi ha fatto rivivere il periodo in cui la scuola era diventata un inferno a causa del bullismo dei compagni. E, cosa peggiore, degli insegnanti che minavano l’autostima con frasi tipo: “Nella vita non combinerai mai nulla”.
In un primo momento mi sono fermato e rinchiuso in me stesso. Le ansie e le paranoie che la musica faceva svanire erano tornate: la soluzione era diventata il problema. Poi ho deciso di guardare in faccia la sofferenza e di chiedere aiuto”. Ad aiutarlo ad uscirne, spiega, oltre alla psicoterapia e la passione per la musica, sono stati anche “l’impellenza di esprimere ciò che ho da dire, la compagnia di chi amo e forse il fatto di vivere in un paesino di appena 3 mila abitanti”.