Parte da un satellite di Saturno l’avventura musicale di Leonardo Russotto in arte Leonus, “Encelado”, una realtà planetaria che riflette quasi il cento per cento della luce solare nella sua pur piccola fattezza. L’esordio del musicista è un breve sunto aerospaziale, costellato di stazioni orbitali. Coraggioso in quanto vestito da concept album come opera prima, avvincente e mai banale, psichedelico non tanto a sonorità bensì nel suo immaginario d’ispirazione. Per noi meri terrestri, si accendono i motori con i caldi suoni caraibici di “Piattaforma di Lancio”; questa canzone è frutto di un solitario viaggio in Brasile, con il cuore a Roma ma la testa avvinghiata dai tentacoli di un’esperienza ai limiti della sopravvivenza. Il viaggio continua con “Dolce vita su Marte”; questo brano è ispirato dall’esperimento SpaceX di Elon Musk in cui mandò in orbita il suo razzo montando una Tesla rossa sul razzo con tanto di pupazzetto a bordo.
Questo, probabilmente, è il brano che strizza di più l’occhio alle sonorità di tendenza di oggi, un bel trip bagnato di trap; il tutto, però, senza perdere l’eleganza che si respira attraverso tutto questo EP. Si va avanti con la title track ovvero una storia d’amore finita male, le cui sofferenze rendevano necessaria una glaciazione “spaziale” a futura memoria per i posteri. Con “Goodbye Cassini” si omaggia un altro evento astronomico, ovvero la distruzione nel 2017 da parte della NASA della sonda Cassini; l’eliminazione, dopo vent’anni di esplorazione della superficie di Saturno, si rese necessaria in quanto ormai fuori dal controllo degli scienziati che la spinsero verso un “suicidio” tra gli anelli del pianeta.
Leonus, con “Encelado”, dà vita ad una realtà planetaria che riflette quasi il cento per cento della luce solare nella sua pur piccola fattezza
Conclude questa passeggiata nell’assenza di gravità, “14 Miliardi di volte”, futuristica ballata elettronica; quest’ultima racconta le difficoltà di comunicazione di un amore difficile, sofferto, paragonato alla potenza del Big Bang, a cui va sempre riportato l’origine del Tutto. Nonostante la sua giovane età, Leonus cantautore polistrumentista romano ed affamato di musica, fa con “Encelado” un primo passo di tutto rispetto. L’artista si è ispirato alla musica con cui è cresciuto, la canzone italiana ed il jazz sperimentale; il tutto, però, senza snobbare la dimensione più contemporanea che adopera con saggezza ed un pizzico di furbizia; è in questo modo che riesce a bilanciarsi in una ionosfera (è il caso di dirlo) né antiquata né, tanto meno superficiale. Dalla torre di controllo è tutto.