Marco Mengoni voleva lasciare la musica. Le dichiarazioni shock dell’amatissimo cantante a Vanity Fair non lasciano dubbi.
“C’è stato un momento in cui ho pensato di cambiare rotta, di lasciare la musica. Ero circondato da persone di cui non mi fidavo, non avevo nessuno che mi diceva la verità senza filtri. Poi è bastato affinare il potere di ”leggere” gli esseri umani che ho ereditato dalla mamma e dalla nonna, la parte magica della famiglia”.
L’intervista a Marco Mengoni
L’intervista completa si potrà leggere in edicola da mercoledì 8 giugno. Proprio nel numero di giugno Marco Mengoni racconta l’importanza delle sue radici, di come gli insegnamenti delle persone centrali della sua vita gli abbiano dato la forza di andare avanti e superare ogni paura.
“Se penso a me intorno ai 20 anni, mi faccio molta tenerezza. Mi affannavo a ritagliarmi giorni di invisibilità, uscire di casa mi spaventava. Evitavo di indossare gli occhiali da sole per il timore che mi rendessero appariscente e attirassero lo sguardo e il giudizio degli altri. Oggi invece nel mio zaino c’è un libro che parla proprio di questo: che non si può piacere a tutti”.
Marco Mengoni e le lotte green
61 dischi di platino all’attivo, Mengoni è anche ambasciatore della lotta per la difesa dell’ambiente, che spera diventi virale: “Da tempo ormai il packaging dei miei cd è sostenibile, i tour sono a zero emissioni e ora persino waterequal. Nel privato, riutilizzo all’infinito le confezioni di plastica e scelgo rigorosamente la borraccia. E se nelle case degli amici scopro che la differenziata non è fatta a regola d’arte indago per smascherare chi è stato”, sottolinea Mengoni. “Mio nonno mi portava a camminare nei dintorni di Ronciglione. Ho ancora nella testa la sua immagine quando mi sgridava perché buttavo a terra la gomma da masticare: ”O la raccogli, o te la rimetto in bocca””, ricorda.
“La sostenibilità ha a che fare con le persone. Di più: la sostenibilità non è solo un nuovo equilibrio da raggiungere tra noi e il nostro habitat, la Terra. È anche una questione di diritti umani, di cambiamento del lavoro come lo abbiamo concepito fino a oggi, di investimenti finanziari da parte dei fondi pubblici e privati. E, infine, di azioni, piccole o grandi poco importa, che ci aiutino a cambiare idee, pensieri e quindi abitudini e convinzioni. La sostenibilità è capire che non dobbiamo realizzare solo i nostri sogni ma che abbiamo la responsabilità di rendere possibili anche quelli della generazione che verrà. È comprendere che il profitto non è più solo identificabile col guadagno ma che va di pari passo col progresso. Ed è sforzarsi di compiere gesti mai compiuti prima e che ci faranno capire cosa fare da qui in poi”.