Dopo quarant’anni dall’assassinio di John Lennon, l’omicida Mark Chapman ha chiesto scusa alla vedova Yoko Ono. Era l’8 dicembre del 1980 quando Mark Chapman sparò quattro volte all’ex-Beatle fuori dal suo appartamento a New York.
«Non l’ho ucciso per la sua personalità, ma perché era molto molto molto molto famoso. […] L’ho ucciso per avere fama, è stato un atto molto molto egoista, spregevole, e mi dispiace per il dolore che le ho causato. […] Non ho ucciso Lennon per il suo carattere o per l’uomo che era: era un padre di famiglia, un’icona»
Queste le dichiarazioni riportate dalla BBC dell’uomo cui è stata negata la libertà condizionata per l’undicesima volta. Se si considera che l’assassino aveva un profilo antisociale, modellato dallo stesso sul modello del Giovane Holden, si dilegua il contrasto apparente tra il mero desiderio di notorietà e l’ossessione per John Lennon. Mark Chapman arrivò addirittura a sposare una donna di origini giapponesi, come il suo idolo.
Il movente dell’omicidio si complica a causa la spiritualità controversa dell’omicida. L’estremismo cattolico deve aver fatto scattare qualcosa nella mente di colui che sarebbe diventato l’assassino di John Lennon. Quando i The Beatles dichiararono a un’intervista rilasciata a Maureen Cleave che «siamo più popolari di Gesù Cristo», i promoter furono obbligati ad annullare molte date americane del tour.
Mark Chapman era ossessionato da John Lennon e divorato dal desiderio di fama e notorietà
Quel che restava dei Fab Four fu costretto a limitare di molto le uscite pubbliche, in seguito all’assassino dell’autore di “Imagine”. George Harrison, nonostante si fosse praticamente tumulato nel suo studio di Henley-on-Thames, nel 1999 venne assalito con un coltello da Michael Abrams. Quest’ultimo fu dichiarato instabile mentalmente e fino al 2002 rimase chiuso in una clinica.
Mark Chapman, dal canto suo, sta scontando l’ergastolo. Dal 2000 la legge gli consente di presentarsi di fronte al Board per chiedere la libertà condizionata. Sulla sentenza volta a negare la libera circolazione dell’assassino di John Lennon si legge che la richiesta “è incompatibile con il benessere della società”. Anche Yoko Ono, negli anni, in tribunale si era sempre opposta all’eventualità che Mark Chapman tornasse in circolazione. Ecco cosa disse nel 2015 al Daily Beast:
«Lo ha fatto una volta, potrebbe rifarlo. A me, a Sean (il figlio), a chiunque altro»