Ciao Napodano, sono felice di scambiare due parole con te insieme ai nostri affezionati lettori! Stupisci Music.it con un aneddoto imbarazzante sulla tua carriera musicale!
No, dai, non cominciamo subito con un colpo ai fianchi! Le cose imbarazzanti per me sono quasi all’ordine del minuto perché a volte purtroppo l’ironia della lingua è più veloce del pudore del cervello e questo mi ha portato diverse volte in situazioni che chiamarle imbarazzanti è graziarmi dalla gogna pubblica!
Sei un italiano naturalizzato in Belgio, a quale terra ti senti di appartenere di più? Quali differenze culturali e musicali hai riscontrato tra i due Paesi?
Probabilmente sono un italiano “inside” che prova a scrollarsi di dosso alcuni cliché culturali in un paese nord europeo. Io amo l’Italia ma crescendo, non la riconoscevo più come terreno fertile per una vita per me soddisfacente. In ogni caso sarebbe una scelta poco utile perché al giorno d’oggi si può facilmente prendere il meglio di due nazioni diverse tenendo vive le proprie radici e svilupparne di nuove.
L’8 Maggio è uscito il singolo “Maledetti anni 80”, brano malinconico e riflessivo. Parlami di questo lavoro.
È la diretta conseguenza di una riflessione temporale. Vivere due vite diverse, una da figlio e una da padre, mantenendo vividi i ricordi più belli della prima e cercare di raccontarli nel ruolo di padre, magari tramandando delle immagini e degli scatti in particolare. Il tempo passa, noi cresciamo, in un qualche modo il corpo invecchia ma se siamo bravi, col cuore e con la mente non invecchiamo mai.
La tua è una storia fatta di musica e arte, da piccolissimo già suonavi il piano. C’è stato un momento della tua vita in cui hai pensato di dedicarti anche ad altro? Oppure sai da sempre che saresti diventato un cantautore…
Molte volte ho provato a dedicarmi ad altro, ho voluto fortemente dedicarmi ad altro, fino a cercare addirittura di archiviare il fascicolo musica, considerato spesso troppo doloroso e inconcludente. Il risultato è che stavo invecchiando precocemente anche col cuore e con la mente! Tutto fa esperienza, per carità, e senza alcune “prove”, probabilmente non sarei così tanto accanito sulla mia carriera artistica, ma ad oggi non rinuncerei mai più alla musica.
Arriviamo al tuo rapporto con i ratti: hai dedicato loro persino una canzone. Cos’è che ti affascina di questi animali?
Soprattutto il fatto che non affascinano quasi nessuno, troppo spesso per colpa dell’ignoranza e della superficialità. I ratti sono per chi è disposto a dedicare tempo al comprenderli e ad amarli, nonostante la loro vita sia davvero breve. Io amo gli animali in generale, ma dei ratti sono un fan sfegatato.
Se dovessi consigliare una strada a tuo figlio, gli suggeriresti quella musicale? Credi che nonostante le difficoltà, valga la pena inseguire i propri sogni?
Vale sempre la pena inseguire i propri sogni, qualunque essi siano, basta che ci rendano felici. Provarci con tutto te stesso già basta, ma non importa se sarà la musica o qualunque altra cosa; l’importante è che scelga con la sua testa.
E a proposito di sogni, qual è un musicista con cui “sogni” di collaborare? Qualcuno che per te sia d’ispirazione!
Io sogno di continuare a fare musica. Considero il fatto di “vivere” di musica come un enorme regalo, un privilegio irrinunciabile. Come dicevo prima, tutte le esperienze servono per crescere, conoscersi meglio e magari pure migliorarsi. Certo, qualche sogno nel cassetto ce l’ho, ma non lo dico mai ad alta voce per paura che poi non si avveri più!
Come pensi inciderà sul mondo della musica la situazione di emergenza sanitaria che stiamo affrontando?
Per il momento inciderà molto nel frangente “live” ma poi pure questa situazione tornerà alla normalità. L’unica cosa che non si è mai fermata è proprio la musica. Se la digitalizzazione dei supporti di riproduzione, la mercificazione dell’arte, le tonnellate di pressappochismo e poca competenza nella musica dal vivo non sono riusciti a mettere fine al gioco, credo che soltanto una profezia Maya… no, neanche quella ci è riuscita, a pensarci bene…
Napodano, le ultime righe le lascio alla tua fantasia, raccontaci ciò che vuoi! Grazie e a presto!
Non so come andrà a finire, veramente non so neanche come sta andando in questo momento, ma il flusso non si ferma. Continuare a scrivere, continuare a suonare e continuare a sognare; questo è quello che conta. Se è vero che il traguardo è il viaggio stesso, anche se molti dicono che è solo un sogno, il mio sarà un viaggio molto lungo perché non si possono porre limiti ai sogni. Grazie!