Benvenuti ai piu3dB su Music.it! Iniziamo con lo spelling del vostro nome e, soprattutto, chiariteci cosa significa e perché avete deciso di chiamarvi piu3dB.
Ciao! Dunque, il nostro nome… più tre decibel! I dB, sta per Decibel, l’unità di misura, del rumore, e quindi del suono. Tecnicamente 3 miseri Decibel determinano un incremento doppio della potenza in Watt. Il risultato è che la combinazione di noi tre provoca un botto di casino!
Ora che le presentazioni sono state fatte, raccontateci un aneddoto imbarazzante che ha solidificato lo spirito dei piu3dB.
Più che un aneddoto, a solidificarci è l’imbarazzante tendenza social(e) degli ultimi anni. Invitiamo a guardare la serie tv “Black Mirror”. Nella serie vengono trattati in modo estremo i problemi legati al progresso delle nuove tecnologie. Nelle nostre canzoni vogliamo raccontare, in modo dissacrante, le varie psicosi di cui un po’ tutti siamo vittime, concentrandoci per lo più sull’incalzante esibizionismo. Tranquilli, non parleremo dei selfie sul water, è roba vecchia: Frank Zappa ci ha pensato già decenni fa.
Ho trovato “Morti di Giga” e “Jessy Superclick” due canzoni molto simili nell’ironia adottata per i testi ma abbastanza distanti dal punto di vista sonoro. Parlateci dei possibili sviluppi di piu3dB.
Sarebbe utile una macchina del tempo. [Viaggio nel futuro] Siamo nel 2029. Al Maurizio Costanzo Show si raccontano gli esordi ancora ingenui della band. La ricerca di un’identità si è compiuta solo al secondo album. Avevamo considerato giusto prendersi un po’ di margine per sperimentare varie sonorità. In fondo, ai tempi si faceva guerra ai defunti trap e raggaeton, con ogni mezzo a disposizione. [Ritorno a oggi] Tornando a oggi, stiamo lavorando alla scaletta per un live. Le band solitamente nascono in saletta e poi escono gli inediti, noi stiamo facendo tutto il contrario.
In onore di questa differenza, se “Morti di Giga” e “Jessy Superclick” fossero un film o un romanzo, quale sarebbero?
“1984” di George Orwell per “Morti di Giga” e “Strega per amore” per “Jessy Superclick”.
La critica sarcastica che muovete alla società contemporanea vi mette dal lato degli artisti riflessivi invece che tra gli ‘indignati’. A cosa si deve la positività che si respira nei vostri brani?
L’essere umano, per natura, si evolve adeguandosi a ciò che gli succede intorno. La tecnologia ci sta rincoglionendo senza ritegno, ma sembra che la cosa ci renda felici.
Da musicisti e operatori nel mondo della musica più che navigati, ve la sentite di dare un consiglio a chi sta iniziando a emergere dall’underground?
Siate critici e obiettivi! Ogni bozza che scriverete sembrerà la canzone più bella della storia, ma accendete la radio e scanalate per 10 minuti, poi riascoltate la vostra bozza. Inoltre, oggi il web rende tutto possibile: con 10 minuti di tutorial e un software crakkato è possibile incidere un brano. Parliamone. Non consigliamo di studiare Bach, ma un paio di Brandeburghesi nella playlist di Spotify li piazzerei. Non dimenticate nemmeno i grandi contemporanei. Più grande è il bagaglio culturale, più tessuto creativo avrete a disposizione.
Il concerto che nessuno di voi tre può perdersi? Uno che metta d’accordo tutti!
Che cattiveria (ahahaha)! Sting!
Due singoli sono fuori. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Un album?
Il cantiere è sempre aperto, mettiamo giù provini, dai quali nascerà un album ma ci vuole ancora un po’. Però la prossima primavera saremo pronti col terzo singolo. Comincia a formarsi una fan base e già abbiamo reclami. Vogliono nuove canzoni!
E al pubblico non si dice mai di no. Noi qui ci salutiamo, cari piu3Db. Quest’ultimo spazio è per voi. Riempitelo come volete. A presto!
«Sono 126 miglia per Chicago. Abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, è buio, e portiamo tutt’e due gli occhiali da sole».
Questo è un versetto della nostra ‘Bibbia’. Per chi non ricordasse la fonte della citazione, consigliamo copia-incolla e una buona visione. Grazie infinite per averci dato la possibilità di raccontarci. Ci si vede sui social!