Il cantautore Protto.
Il cantautore Protto.

PROTTO: “Credo nelle persone, molto meno nella gente”.

Bentortato su Music.it a Protto! Sappiamo che quello tra te e la musica è stato un vero e proprio “matrimonio combinato”. Ma, come in ogni relazione che si rispetti, deve essersi creato un momento imbarazzante. Qual è il tuo?

Quando sono entrato in conservatorio a quattordici anni ero un adolescente divorato dall’acne e dai sensi di colpa di non essere popolare. Il mio professore, un insegnante d’altri tempi, da diversi mesi mi bacchettava su un notturno di Chopin. Dopo settimane di mani sudate e unghie rosicchiate, finalmente un giorno arrivo in classe e lo suono tutto giusto. Incredibile. A quel punto nell’attesa di conquistarmi il suo primo apprezzamento, dopo un breve silenzio gli sento dire: “Nicolò, in quanto a note nulla da dire, ma di musica ben poca!”. Volevo morire. Poi quando capii i suoi insegnamenti iniziai ad andare privatamente a lezione da lui anche dopo il suo pensionamento, confermando nella scala di valori di un musicista classico l’abnegazione e il masochismo ai primi posti.

Il progetto Protto, la tua musica, la tua personalità artistica, sono il risultato di più incontri disseminati tra secoli lontani tra loro e generi che altrimenti non si sarebbero mai incontrati. Chi sono stati i pionieri del tuo stile?

Da un lato la musica classica che s’intromette in maniera a volte fin troppo a gamba tesa nei miei brani, dall’altro coesistono l’RnB, l’alternative rock inglese dei primi 2000, il glam rock alla Lou Reed e David Bowie, oltre ad un uso bizzarro e giocoso della parola che deve molto all’hip hop americano.

È uscito il tuo nuovo singolo “Fossi Ricco” che anticipa un nuovo progetto. Hai già all’attivo l’Ep “Di Cattivo Busto” del 2018, dove l’incontro tra il pianoforte e l’elettronica era esplosivo. Cosa c’è di nuovo rispetto a questo primo lavoro? C’è qualcosa che ti sei lasciato dietro o qualcosa che hai portato avanti?

I due lavori sono l’uno l’evoluzione dell’altro, in un normalissimo processo evolutivo in cui l’artista via via nel tempo accresce la propria maturità stilistica e compositiva, cercando un suo centro. Già con “Di Cattivo Busto”, insieme a Giuvazza avevamo trovato un vestito sonoro che si adeguasse alle mie bizzarrie musicali e al mio sarcasmo synth-punk. Ora, i nuovi ascolti e i nuovi incontri di vita mi hanno portato ad un nuovo stadio e ad un nuovo mood, che mette a comune denominatore tutte le influenze musicali di cui sono orrenda sintesi.

Quello che sappiamo ritrovare sicuramente in “Fossi Ricco” è la tua ironia, il tuo black humour, il senso dell’ unpolitically- correct. È un modo per esorcizzare qualcosa?

L’ironia è il filtro che uso per stemperare quanto di desolante avviene attorno a me e che osservo e percepisco nella vita di tutti i giorni. È uno strato di gommapiuma esistenziale che attutisce la vera natura delle cose, che altrimenti mi arriverebbe ruvida e improvvisa, prendendomi senza difese.

“Fossi Ricco” è chiaramente la tua risposta ironica e sprezzante nei confronti di una società in piena frana morale. Ma c’è un po’ di ottimismo? Si vede la luce in fondo al tunnel?

Credo nelle persone, credo meno nella gente. L’accento è sempre più posto sul come rispetto al cosa, sulla forma rispetto alla sostanza, sull’apparire a tutti i costi rispetto all’essere a tutti i costi, discorso obliquo che tocca tutti gli stati della società. E questo non è tanto legato al singolo individuo e alla sua moralità, bensì al suo vivere in collettività, ai meccanismi striscianti e perversi che si innescano nel voler prevaricare il prossimo per “emergere” a discapito di tutto. In tutto questo processo di inaridimento i social spesso fanno da benzina sul fuoco…

Quindi, se Protto fosse ricco, o diversamente povero, quale sarebbe la prima cosa da spuntare in un ipotetica lista?

Morire durante i festeggiamenti, così sarebbe contemporaneamente la prima e l’ultima.

Vista la particolare situazione sanitaria che stiamo vivendo, hai già in mente un modo alternativo per portare il tour “Dal Vangelo Secondo Round” che “Fossi Ricco” è chiamato ad anticipare?

Nonostante ne abbia una repulsione radicata, la maniera più congeniale ai nostri tempi per arrivare a nuovo pubblico sono di nuovo i social, ma soprattutto un loro corretto uso (cosa che può voler dire tutto o niente), per comunicare ed esportare il proprio prodotto. Però perché il prodotto abbia una struttura solida e duratura nel tempo è necessario che sia curato sotto ogni aspetto, soprattutto quello del live vero, cartina tornasole della statura artistica e della credibilità di ogni progetto inedito.

Mentre noi siamo qui ad aspettare altre novità, ti salutiamo e ti ringraziamo per essere stato con noi. Protto, quest’ultimo spazio è tutto tuo, fanne quel che vuoi!

Seguite Protto sui social altrimenti lui seguirà voi. E non è uno scherzo.

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