Ciao Saintapollinaire! Piacere di conoscerti! Music.it ha apprezzato il tuo progetto musicale. Ma raccontaci qualcosa di te per metterti meglio a fuoco. Raccontaci un particolare strano che ti lega alla tua musica.
Ho cominciato all’età di 11 anni con il pianoforte, ma le lezioni le trovavo di una noia mortale. Così, dopo un paio di anni, prima che mio padre comprasse un piano molto costoso, andai a dirgli che non volevo più fare lezioni. Lui si incavolò parecchio e per la prima volta mi diede uno schiaffo. Dopo qualche giorno andai a comprare con 100 mila lire la mia prima chitarra acustica ed iniziai a studiarla da solo.
Parlando dell’album “Principiante di vita”, sei soddisfatto del tuo primo lavoro?
Si chiama “Principiante della vita” perché mi piace pensare che il modo migliore di affrontare qualunque cosa nella vita sia quello del principiante, di chi non ha grandi aspettative. Anche se sono stato un po’ lento nel completare gli arrangiamenti, nel complesso credo che come primo lavoro possa ritenermi molto soddisfatto.
Pensi che il jazz sia un genere apprezzabile da una società che sembra, invece, alle prese con la fretta e con la velocità?
Credo che gli appassionati di jazz siano parecchi e spero che continueranno ad aumentare nonostante sia un genere molto trascurato dalle radio tradizionali. È un linguaggio che spesso ha bisogno di un ascolto più approfondito. E proprio perché viviamo un tempo in cui difficilmente hai una seconda possibilità e tutto scorre velocemente, penso che avvicinarsi al jazz sia un modo anche di rilassare la mente e di viaggiare riflettendo.
Il tuo jazz cantautorale, che distingue “Principiante di vita”, si presta anche a particolari atmosfere. Dove ti esibisci? Che tipo di pubblico ti segue?
Purtroppo l’atmosfera di cui parli tu non sempre si riesce a creare all’interno dei piccoli locali che fanno musica dal vivo. Sarò pretenzioso ma mi piacerebbe molto presentare i miei brani nei teatri e nei festival dedicati al jazz o alla canzone cantautorale, spero che un giorno accadrà. E poi mi piacerebbe molto suonare nelle campagne, nelle masserie, in mezzo alla natura dove ci sono gli anziani e le persone semplici.
Charlie Parker è il protagonista della canzone “Bird”, suo pseudonimo. Cosa lego questo grande artista a Saintapollinaire?
Tanti anni fa di Charlie Parker, a parte la sua ineguagliabile tecnica, mi colpì molto il sentimento con cui trasferiva le note all’ascoltatore. Note suonate con tutto il corpo, che quando le ascolti non entrano solo nelle tue orecchie, ma vanno dappertutto e ti avvolgono completamente. Certo il sax rispetto alla chitarra ha il vantaggio di essere più viscerale e caldo. Però grazie a “Bird” ho capito che le note non si suonano solo con le dita. Poi spesso ho immaginato le facce degli ascoltatori di allora abituati al jazz tradizionale quando hanno ascoltato per la prima volta il bebop di Charlie Parker! Deve essere stato un cambiamento incredibile per le loro orecchie.
Dacci qualche anteprima! Pensi che il prossimo album firmato Saintapollinaire seguirà la scia di questo o hai intenzione di cambiare mood?
I nuovi brani seguono più o meno lo stesso mood, per il momento non ho rivoluzioni musicali in corso. Però mi piace sperimentare, e quindi in futuro sono sicuro che approfondirò nuove strade.
Hai utilizzato dei testi molto dolci, ricercati, a volte. Ti piace più scrivere o più suonare?
Da circa 7-8 anni scrivere e suonare per me sono diventate una cosa sola, mentre prima mi focalizzavo solo sull’esecuzione. Adesso preferisco unire le due cose perché mi sono reso conto che mettere la frase giusta in una progressione di accordi studiata mi stimola di più.
Hai qualche altra riga tutta per te. Lascia un messaggio ai lettori di Music.it!
Innanzitutto vorrei ringraziare te Elisa e Music.it per le belle parole che avete speso sul mio progetto e per aver ascoltato con attenzione i brani. Non è cosa da poco. Ho visitato il sito con piacere ed ho notato che, oltre a dare spazio alle novità discografiche, vi occupate di teatro e cinema che sono fra le mie passioni, e lo fate con stile e leggerezza, altra cosa non da poco. Spero che anche i lettori di Music.it possano apprezzare il disco e se vogliono possono restare aggiornati seguendomi su Facebook.