Ancora infuria la polemica su Junior Cally, rapper scelto tra i big del nuovo Sanremo targato Amadeus. Una polemica tanto forte nei toni quanto evanescente nei contenuti, come già si è avuto modo di raccontare. Per farla breve, Junior Cally avrebbe spaventato l’opinione pubblica che segue il festival con riferimenti sessisti e violenti nelle sue canzoni, in particolare la traccia “Strega”. Il panico per la presenza di questo pericoloso eversivo ha travolto il direttorio RAI dal torrione più basso alla cima più alta, dove Marcello Foa (presidente RAI nonché, tra le altre cose, sostenitore dell’esistenza dell’ideologia gender) ha imposto alla commissione Sanremese di “tornare alla giusta dimensione”. Fantastico.
Una polemica che non si placa in quel di Sanremo
Siamo alle solite. Sanremo è uno spettacolo benedetto e maledetto dalla sua trasversalità. Deve piacere a tutti. Rassicurare le famiglie, ma strizzare l’occhio ai giovani. Portare temi sociali importanti, ma senza annoiare. Essere serio e faceto, Gianni e Pinotto ma anche Corrado Augias. E alla fine, a causa di questa multiformità forzata, il rischio di figuraccia o polemica è sempre lì, come un’ombra a forma di Pippo Baudo, appena dietro le quinte. Ma il “caso” Junior Cally non accenna a finire. La politica ha condannato il rapper in modo bilaterale, auspicando una (contro) riforma che stringa le maglie di ciò che è rappresentabile sul palco dell’Ariston. Si vocifera di una nuova “valutazione etica” cui dovranno essere sottoposti gli artisti prima di essere approvati.
Si parla di una nuova “valutazione etica” cui sottoporre i candidati a esibirsi sull’Ariston
Dal canto suo, la commissione Rai per Sanremo sta prendendo la situazione con calma. Apparentemente ci sarebbe concordia nel ritenere la presenza del cantante inevitabile, perché il festival è ormai troppo vicino. Non solo: i patti già stabiliti con l’industria discografica sono un altro punto che preme a favore di Junior Cally. Interpellato dall’ANSA, Enzo Mazza, leader della Federazione dell’Industria Musicale Italiana (FIMI) è stato infatti adamantino nel difendere il rapper, con un intervento che sottolineava come molti altri artisti della storia e della contemporaneità del Festival hanno espresso tematiche controverse, citando Marco Masini, ma anche Achille Lauro e i Pinguini Tattici Nucleari. «Quando si affrontano questioni che riguardano la creatività artistica, è evidente che si debba procedere con la massima cautela per evitare fenomeni di vera e propria censura. Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette», ha commentato Mazza.
Si tratta di polemiche tipiche del Festival dei Fiori, sempre diviso tra tradizionalismi e strizzate d’occhio ai giovani
Sembra quasi di sentire un giovane Vasco Rossi sogghignare in sottofondo, lui che a Sanremo ha cominciato la sua carriera parlando di una vita spericolata, “che se ne frega di tutto, si”. Anche lui fece scandalo, e arrivò penultimo, punito in malo modo dalla giuria (era “solo” il 1983, d’altronde). Ciò non gli impedì il successo, ma anzi, la cosa contribuì al suo mito di rocker maledetto. Facciamo quindi i migliori auguri a Junior Cally. È andato da Amadeus indossando una maschera e una maglietta con scritto “Ma chi è?”, a sottolineare il suo mistero, ma anche la sua scarsa popolarità. Si starà godendo senz’altro tutta questa pubblicità gratuita.