Scirocco in uno scatto promozionale.
Scirocco in uno scatto promozionale.

SCIROCCO: “Non mi interessa cavalcare l’onda. Mi interessa crearla”

Ciao Scirocco, benvenuto sul portale di Music.it! Iniziamo questa intervista raccontando un aneddoto particolarmente imbarazzante su di te… ancor meglio se inedito!

C’ho pensato un po’ ma ce l’ho: quando ho iniziato a cantare facevo rap. Il primo pezzo che ho registrato si chiama “Amnesia” ed è uno strampalato esperimento da laboratorio che non avrò mai la faccia tosta di farvi ascoltare.

Hai iniziato da giovanissimo a cimentarti nel mondo musicale, già a 9 anni suonavi il piano. La tua è una passione di famiglia?

Sì e no. Il mio papà suonicchia la chitarra, e ho qualche cugino che con buoni risultati suona uno strumento. Però forse la mia passione nasce da un istinto, pari in forza a quello della conservazione o della sopravvivenza. Da bambino non riuscivo a tenere ferme le dita, forse era una specie di tic o una roba del genere, così mia madre mi portò a lezione di pianoforte. E da lì prende avvio la mia storia musicale.

L’11 Settembre è uscito “Mine”, singolo dal sound indie, pop ed RnB. Come sei cambiato rispetto agli inizi?

Radicalmente. Basti pensare che quando ho iniziato a cantare mi sforzavo di fare rap (con scarsissimi risultati). Ci ho messo un po’ per trovare una direzione definita, e tutt’oggi ancora mi perdo per la strada, ma adesso so cosa voglio dalla musica, e soprattutto: so cosa la musica vuole da me.

Il tuo nome di battesimo è Luca D’Agostino ma hai scelto lo pseudonimo di Scirocco, come mai?

Totalmente a caso. Mi piaceva. Però detto così perde di profondità, per cui col tempo ho provato a darmi una buona spiegazione: un giorno mi dissi che a me, nella musica, non interessa fare la tavola da surf. Mi spiego: non mi interessa cavalcare l’onda. Mi interessa crearla. E cosa più del vento è in grado di farlo?

Credi che l’Italia sia un paese che incentivi e valorizzi i giovani che fanno il tuo mestiere? Cosa si potrebbe fare per darvi maggiore visibilità?

Crederci. La divisione fra le nuove e le vecchie generazioni è troppo netta. Loro non credono in noi, nella nostra capacità di rivoluzione, di cambiamento, e noi abbiamo perso la fiducia nei loro confronti: sarà uno spirito di autodifesa o una conseguenza inevitabile, il punto è che abbiamo smesso di crederci, e la separazione fra la “gioventù bruciata” e gli atavici “boomer” decide le sorti del nostro paese anche nelle decisioni politiche.

Hai origini partenopee, in un futuro ti immagini di vivere sempre a Napoli o hai altre ambizioni?

Magari l’estero… Vivo un rapporto complicato con Napoli. Per me è poesia e il suo contrario, è oro e bronzo ed è straordinario come le due cose riescano a coesistere imperturbabili. Questo dualismo mi complica la scelta. Devo decidere quale fra le due parti mi rapisce di più.

Scirocco, la nostra intervista termine a qui, le ultime righe sono le tue… sbizzarrisciti!

Un enorme grazie ad Aurora Dischi che mi ha preso e sta cercando di mettermi un po’ in ordine (mia mamma ci prova da ventun anni). E grazie alla redazione di Music.it per questa piccola grande attenzione. Un caro saluto e a presto.

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