Parola di Shel Shapiro: “Fare un nuovo album è stata una necessità fisica, impellente. Avevo qualcosa da comunicare e l’ho detto. Scrivere musica è come fare terapia, è liberatorio”.
Oggi Shel Shapiro ha 78 anni ed è riconosciuto come iconico leader dei Rokes, la rock band britannica che conquistò l’Italia negli anni Sessanta (tutti ricordano “Ma che colpa abbiamo noi”, “E’ la pioggia che va”, “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”).
Shapiro, la cui musica è diventata la colonna sonora di una generazione, di cui si ricordano collaborazioni artistiche con Mia Martini, Patty Pravo, Gianni Morandi, Mina, Raffaella Carrá, Riccardo Cocciante, Ornella Vanoni, I Decibel e Enrico Ruggeri, Quincy Jones, torna sotto i riflettori dopo 14 anni di pausa, con il nuovo album intitolato “Quasi una Leggenda”.
Chi è Shel Shapiro
Nato come un musical teatrale, con l’idea di raccontare l’evoluzione della musica dagli anni ’50 fino agli anni 2000 attraverso le canzoni delle icone del panorama musicale internazionale, durante la prima ondata di pandemia si è trasformato in un album. “Il titolo doveva essere umile, ma anche un po’ presuntuoso – spiega Shel al telefono con l’ANSA – e anche scherzoso. Una leggenda? No, bisogna smitizzare così ho messo ‘Quasi’ davanti a leggenda. In questo mondo di miti, giganti, leggende, supereroi e mostri sacri, ‘Quasi’ é perfetto”. Il disco contiene i nuovi brani dell’artista (“Angeli Devastati” – attualmente in rotazione radiofonica e disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download -, “Non dipende da Dio”, “Vedrai Jerusalem”, “La leggenda dell’amore eterno”, “Non arrenderti” feat. Dori Ghezzi, “Se te ne vai” feat. Lina Sastri, “Hey guardami un po’”, “You forgot to cry”, “Troppa realtà”, “C’est la vie”, “Fa che sia così”).
Online troviamo il video di “La leggenda dell’amore eterno“. Che vede la partecipazione “dell’amica Mara Venier nel ruolo della madre di Cenerentola” come rivela lo stesso Shel. L’album è invece disponibile solo in formato fisico, accompagnato da un libro di 72 pagine. Con 13 scatti del fotografo Guido Harari, che ha curato anche la copertina del disco.