Fedez, a seguito del nuovo DPCM che prevede lo stop degli spettacoli dal vivo, si è sfogato sui social. Il rapper milanese, «incazzato, spaventato e confuso», ha pubblicato un lungo post in cui rivela di essere al lavoro per un progetto volto ad aiutare i lavoratori del settore musicale, che è tra i più in difficoltà a causa della pandemia.
Il post di Fedez sui social
«Sento che è arrivato il momento per me di rimboccarsi le maniche. Fa male vedere tutto questo e se c’è anche una piccola opportunità di essere d’aiuto voglio fare la mia parte senza stare a guardare. Questa settimana forse sarò meno presente perché voglio mettere la testa su un progetto che possa aiutare chi lavora nel mondo dei concerti, degli eventi e della musica in maniera concreta ma soprattutto con RAPIDITÀ»
Il rapper cerca da diverso tempo di creare un fondo, coinvolgendo colleghi e agenzie di booking, per la salvaguardia dei lavoratori dello spettacolo. Sembra che, tuttavia, tale appello sia stato ignorato. Lo sfogo di Fedez, infatti, Lo sfogo del rapper arriva proprio a seguito della mancata presa in considerazione della proposta fatta.
«Ho aspettato due settimane invano che qualcuno raccogliesse il mio appello perché non sarà una cosa che riuscirò a fare da solo, avrò bisogno di una mano da chi in questo momento ha strumenti e mezzi. Spero di riuscire a trovare dei buoni compagni di viaggio per realizzare quello che ho in testa. Sono incazzato, spaventato e confuso ma non voglio fermarmi, non voglio essere spettatore. Libertà è partecipazione diceva il maestro Gaber, quindi è ora di alzare il culo e darsi da fare. Non dimentico da dove vengo e per quanto possa contare sappiate che io ci sono. Un abbraccio a tutti»
È doveroso fare una riflessione. Avete presente quando alla fine di un concerto, l’artista di turno ringrazia Pinco Panco, Panco Pinco, e tanta altra gente non presente sul palco? Quelli sono i lavoratori delle retrovie, persone che hanno permesso la realizzazione dello show. Forse è inutile ricordarlo, ma senza tutte quelle figure “invisibili” che ruotano intorno a un concerto, per il pubblico sarebbe impossibile tifare per il proprio beniamino.
Splendido è stato il gesto di Elisa, che ha donato circa 230mila euro – guadagno derivato dai live di settembre – alla band, operatori e collaboratori. È importante che appelli del genere non cadano nel vuoto. Forse sono proposte non perfette, magari bisogna ragionarci su e trovare una soluzione che possa essere messa in atto. Laura Pausini nutriva dubbi sull’idea di Fedez, perché secondo lei sarebbe faticoso gestire un fondo del genere, ed è quindi consigliato affidarsi al governo. Potrebbe essere, ma l’importante è che appelli del genere che vogliono salvaguardare l’arte, la musica e la cultura non vengano ignorati.