Giovanni Vicinanza, con il suo progetto autoprodotto, The Softone, giunge al quarto album, in dodici tracce (compresi intro e outro) istintive, con atmosfere pop folk. “Golden Youth” è un balzo alle origini del cantautore nostrano, avvicinandosi molto al sound del primo disco, dal titolo “This Days Are Blue”, del 2008. “Golden Youth” ripercorre attimi di vita dell’autore, tra il ricordo della giovinezza e le disavventure affrontate nel corso degli anni, o le cose belle avvenute. Dopo l’intro ascoltiamo “Alone And Wired”, che dà la carica per affrontare questo viaggio insieme all’artista, accompagnato da una presenza che lo sprona dal cielo. Il primo pensiero nel comporre l’album di The Softone non poteva che essere rivolto alla cara mamma, purtroppo perduta, ma che continua ad esser presente. Pensiero che viene rafforzato nella traccia successiva, “Sweet Mom”, che non mi autorizza a proferir parola, perché non è possibile aggiungere qualcosa ad una poesia.
“Golden Youth” è un balzo alle origini del cantautore nostrano, avvicinandosi molto al sound del primo disco
Le sorprese che ci riserva la vita sono splendidamente raccontate nella ballad “Surprising Me”, che a volte riescono a stravolgerci, nel bene o nel male. “Golden Youth” prosegue con “I Wish”, con la melodia già accennata nell’intro, e con The Softone a decantare il desiderio di una vita più leggera. Ma quando, nel corso di questa, vengono fatte delle scelte, e non sempre sono quelle giuste, serve chi ci faccia riacquistare nuovamente fiducia nel futuro. “Still Believe” parla proprio di questo tema, ed induce a delle considerazioni molto serie, ovvero che nella nostra esistenza da soli difficilmente riusciremmo a cavarcela. La title track “Golden Youth” è un inno alla voglia di rimanere giovani per sempre, e The Softone non fa altro che narrare la sua. Che poi tanto diversa dalla nostra non è, sarebbe difficile trovare qualcuno che direbbe di no, se avesse la possibilità di restare giovane per l’eternità.
“Golden Youth” è un inno alla voglia di rimanere giovani per sempre, e The Softone non fa altro che narrare la sua
La vita corre via, e in questa le condotte non sono sempre ligie e pure, a volte le cattive abitudini ci portano lontani dalla realtà. E nel brano “Lost Memories” Giovanni Vicinanza esprime un severo giudizio su se stesso e sui suoi errori, che gli nascondono le cose veramente importanti. L’allucinogena atmosfera di “Psycho Visions” ci concede la possibilità di evadere dal quotidiano e dalla realtà, cullati da note piacevolmente ovattate e lente cadenze ipnotiche. Poi quando si torna con i piedi a terra ci si rende conto della difficoltà dell’esistenza, rimpiangendo “The Place” e il tempo della gioventù andata. Dopo l’outro ci rilassiamo un secondo e riflettiamo anche su noi stessi e su quanto calzante sia questo racconto, un vestito buono davvero per molti. Ottima prova a conferma della bontà del progetto The Softone, portato avanti da Giovanni Vicinanza con grande precisione e professionalità, curando la lirica e l’armonia.