Ciao Universound, benvenuti su Music.it! Su questo portale non ci piace conoscere gli artisti in modo convenzionale. Dunque, iniziate col confessarmi un aneddoto simpatico e divertente, un’esperienza tratta dalla vostra vita artistica.
Innanzitutto, ciao a tutti amici di Music.it! Diciamo che ce ne sono talmente tante da avere l’imbarazzo della scelta. Forse va menzionato il nostro rapporto con le previsioni meteo, dato che la maggior parte dei nostri concerti vengono annullati causa pioggia. Probabilmente il nostro primo tour lo organizzeremo in zone colpite dalla siccità!
Vi consiglierei un luogo chiuso a questo punto! Come siete arrivati a battezzarvi Universound?
Pensiamo che la scelta del nome sia stata sempre legata al non voler etichettarci come gruppo rock, funk o altro, ma piuttosto essere nel nostro insieme universali nella musica che scriviamo. Pensiamo che gran parte sia anche dovuto ai tanti generi e stili di musica che interessano a ogni componente del gruppo. Ci contaminiamo molto a vicenda.
Elefunk è un termine piuttosto ricorrente, che attraversa l’universo musicale e quello dei videogame. Come pensate di averlo fatto vostro?
La scelta di questo nome è stata istintiva. Sin da subito lo abbiamo associato ad un simbolo capace di incarnare al meglio la nostra musica, forse non del tutto consci della funzione di questo gioco di parole in altri luoghi. Quando incontriamo una cosa che per noi funziona – sia nella musica, sia ciò che la circonda – la abbracciamo subito. In un secondo momento lo abbiamo poi strutturato e identificato come simbolo: il mezzo di trasporto del viaggio metaforico poi diventato il tema centrale del nostro disco.
Sembra che abbiate dato un significato nuovo allo sperimentalismo del jazz grazie a una contaminazione intelligente. Come è stato recepito “Elefunk” dai puristi del genere?
Avendo pubblicato un album decisamente variopinto e caratterizzato dalla presenza di brani con contaminazioni in alcuni casi notevolmente differenti l’uno dall’altro, nel nostro caso è difficile trovare un purista del genere. Pensiamo comunque che la nostra musica sia per tutti e in grado di ottenere attenzione sia da orecchie non abituate ad ascolti complessi e ricercati sia da chi magari ascolta e semplicemente si lascia trascinare.
Il nome del vostro album d’esordio, “Elefunk”, è legatissimo all’immagine rappresentata sull’artwork. È una scelta che suggerisce un concetto definito. Dopo la rappresentazione simbolica, ve ne chiedo una verbale per esplicare la vostra poetica.
Diciamo che quando le rappresentazioni verbali cominciano a diventare troppo complesse da essere esternate si passa ad altri tipi di espressione. Pensiamo che in questo caso musica e immagine siano messaggi già abbastanza definiti. Studiamo musica e la ricerchiamo in ogni giorno della nostra vita. Ma prima di qualsiasi cosa ricerchiamo l’umanità per farla. Pensiamo che quello che scriviamo possa trasmettere calore
Quale sarebbe l’immagine simbolica che rappresenta e sintetizza efficacemente Universound?
Un funky asteroide fatto di amplificatori su cui balla un elefante alieno che suona il sax?
Direi che ci sta alla perfezione! Ora vi chiedo di scegliere una traccia che riassuma il percorso concettuale di “Elefunk”.
Se dovessimo scegliere una traccia che riassuma il percorso concettuale di “Elefunk” crediamo che possa essere “Thin Line Trips”. È un brano che sprona esplicitamente a staccarci dal frenetico modo di vivere che spesso ci imponiamo. Dobbiamo imparare a lasciare più spazio per noi stessi, per i nostri sogni e passioni nascoste che spesso tendiamo a trascurare e che, in alcuni casi, nemmeno sappiamo di avere.
Se “Elefunk” fosse la colonna sonora di un film, quale sarebbe?
Domanda difficile, forse bisognerebbe farlo da 0 un film su “Elefunk”! Con ogni probabilità affideremmo la regia a Wes Anderson.
Siamo al momento dei saluti. Le ultime righe sono tutte per voi. Argomento a piacere per gli Universound. Improvvisate!
Ah bene! Oltre che a salutarvi e ringraziarvi della bella chiacchierata, cogliamo l’occasione per farvi vedere il primo di 3 video ripresi da una live-session tenutasi allo studio di registrazione Nufabric Basement di Fermo, nelle Marche. Gli altri due video usciranno nei prossimi mesi, tra cui un inedito come sorpresa finale! Mai fermarsi. Ciao Music.it, a presto!