Sam Nuvolari, pseudonimo del cantautore Samuel Matta, decide di interiorizzare già dal nome un immaginario bucolico che prende forma in elementi semplici della natura: le nuvole, il vento, la campagna. Protagonista di questa storia, però, è l’acqua, come metafora di sensazioni che corrono e scorrono insieme alle esperienze. I Greci lo sintetizzavano nel concetto di panta rei, tutto scorre, passa e si trasforma, come un fiume che percorre il suo lungo viaggio.
“Waterwalls” sono le onde che si scagliano addosso e di cui percepisci il peso, contenitori pieni pronti a ripartire, una cascata mancata, un muro scivoloso. “Waterwalls” è il primo EP del cantautore toscano Sam Nuvolari, uscito nel bel mezzo del 2020 e prodotto da Stefano Negrini.
“Waterfalls” di Sam Nuvolari è il manifesto di un artista che non cede al rumore della città né alle apparenze della vita di paese fatta di pellicce e figli trofeo
Sam Nuvolari ritorna alle origini ripercorrono i suoi ancora incompiuti trent’anni. Mi riferisco a una duplice appartenenza: quella di figlio di un ambiente contadino, quella della formazione musicale. La scelta consapevole di sonorità Lo-fi risuona, infatti, come un tributo alle band storiche che hanno iniziato il cantautore. I The Cure, i Nirvana, hanno collezionato in lui scenari grunge indispensabili. Risale al 2008 l’esordio il suo esordio, momento che ha segnato l’inizio di un percorso attraverso lunghi viaggi e tour all’estero, talvolta non in forme del tutto legali, all’insegna del punk e della voglia di suonare e oltrepassare confini.
“Waterwalls” sono le onde che si scagliano addosso e di cui percepisci il peso, contenitori pieni pronti a ripartire
“Waterwalls” si erige a sigillo di un bagaglio empirico personale quanto condiviso. Un indie rock in fase di costruzione, tanto vicino allo stile britannico quanto lontano da quello nostrano. “Waterfalls” è il manifesto di un artista che non cede al rumore della città né alle apparenze della vita di paese fatta di pellicce e figli trofeo. Ma sceglie il ritorno alla genuinità nel suo senso più puro. Quale il modo migliore per percorrere questo sentiero se non attraverso la primordialità della natura?
“Il mare di lacrime” raccolte in “Blue”, o la dolcezza nostalgica di “Honey & Lime”, titolo che mi ricorda in maniera casuale “Milk & Honey” di Nick Drake, sono due dei cinque brani che compongono l’EP. Forse, e sottolineo il forse, mi ricorderò di più dei messaggi lasciati da Sam Nuvolari che del suo suono, ma un suono rimane gusto personale, un messaggio può diventare universale.