Ciao 5 Dogs! Noi di Music.it apriamo le interviste in un modo tutto nostro. Qualcosa di simpatico per iniziare in modo leggero. Veniamo al dunque. Durante le vostre esibizioni live vi è mai capitato qualcosa di imbarazzante? Qualche sfondone romano dal vostro pubblico? Qualche vostro errore fatale?
Ciao Music.it! Diciamo che qualcosa di imbarazzante capita sistematicamente ad ogni live. Ad esempio: Quella sera dovevamo suonare le solite due orette e chiudere verso la mezzanotte. Ma il locale scoppiava letteralmente di gente, ragazzi e ragazze che ballavano (e bevevano) davanti a noi. Non potevamo proprio fermarci lì, sul più bello, avremmo rotto il clima bellissimo di festa che, pezzo dopo pezzo, avevamo costruito.
Sarebbe stato un sacrilegio!
Quindi giù di rock fino all’una e mezza (avremmo fatto dieci bis!) e qui accade qualcosa di magnifico: dalla folla emerge una vecchietta, alta un metro e mezzo con la benda in un occhio, la quale armata di bastone da passeggio punta dritto verso Mike (chitarra elettrica e voce). Inizia a minacciare la band per il volume troppo alto. Noi, con un mix di senso di colpa e ironia creata dalla situazione, facciamo fatica a rimanere seri. Alla fine, cediamo, spegniamo tutto e la signora va via tenendo il suo scettro alto dopo la vittoria, accusandoci di aver risvegliato anche la sua anestesia all’occhio.
Giovanissimo quintetto maschile. Nato nella scorsa calda estate. Avete mai pensato all’aggiunta di una musicista/cantante?
La band è nata spontaneamente dalla nostra forte amicizia, l’energia che si è creata è talmente unica che non abbiamo preso in considerazione di aggiungere un altro elemento, di qualunque sesso sia. Tra l’altro aggiungere un componente significherebbe cambiare il nostro nome in 6 Dogs… ci siamo fregati da soli!
“This is my call” è il vostro primo singolo. Nati come band di cover, cosa vi ha spinto a scrivere un pezzo vostro?
Dal principio abbiamo scelto un repertorio blues / rock molto personalizzabile, e ci piace stravolgere i pezzi ad ogni live a seconda di come ci sentiamo. Amiamo improvvisare assoli e giocare con le dinamiche. Ciò ha contribuito a dare al gruppo una sua identità (anche piuttosto rumorosa!). In questo clima di libertà musicale “This is My Call” è nato piuttosto spontaneamente, quasi per gioco, con il contributo unico di ogni membro della band. Ne siamo tanto orgogliosi e felici (e certe volte ancora non ci crediamo di averlo su Spotify!).
Vi definite una rock band ma ricercate anche un sound blues. Nella vostra cerchia di amici, famiglie quanto i gusti musicali degli altri vi hanno aiutato a trovare una vostra direzione?
Indubbiamente moltissimo. Un po’ tutte le nostre famiglie ci hanno fatto crescere a pane e Dire Straits, Pink Floyd, Led Zeppelin ecc.. Senza tralasciare i grandi del Blues (da B.B. King a Robben Ford..). Ma, soprattutto, il regalo più grande che ci hanno fatto è di farci trovare uno strumento (qualunque esso sia) in casa. I nostri amici più stretti sono (quasi) tutti musicisti full-time o part-time, o comunque musicofili. Quando si ha una passione del genere nel sangue si tende a cercare persone con la stessa sensibilità, ed ovviamente lo scambio musicale contribuisce alla maturità artistica.
Chi tra di voi, durante la scorsa estate, ha deciso di mettere su questo gruppo? Oppure è stata una decisione un po’ di tutti?
Tutto iniziò con qualche “strimpellata” in amicizia in saletta, suonando qualche blues e improvvisando. Abbiamo capito da subito che sarebbe diventato qualcosa di più che una semplice suonata tra amici. In maniera del tutto naturale e spontanea abbiamo deciso semplicemente di dare un nome a tutta quell’energia, così sono nati i 5 Dogs.
Siete nel paradiso musicale. Potete essere la band d’apertura di un grande concerto. Quale star musicale scegliereste?
È una domanda difficile, soprattutto per la miriade di band a cui ci ispiriamo, ma al giorno d’oggi i Foo Fighters sono la band che più riassumono il nostro modo di vedere la musica. Pertanto, sarebbe più che un sogno poter suonare a fianco del leggendario Dave Grohl.
Siete una giovane band di Anzio. Quando, al giorno d’oggi, può essere discriminante dal punto di vista artistico vivere in una piccola realtà?
Lati positivi e negativi. Sicuramente è più difficile muoversi nella capitale per cercare serate e, quindi, misurarsi con altre band e crescere. Tuttavia, abbiamo trovato dei canali interessanti quest’inverno, e non sono mancate esibizioni in importanti locali di Roma. Anzio tuttavia ha la peculiarità di avere una comunità artistica molto valida e varia. Abbiamo musicisti di grosso calibro i quali siamo molto orgogliosi di avere. Tra l’altro, lo studio nel quale abbiamo registrato (Sea Inside Records) è proprio di Anzio! Un altro pregio è la bellezza di suonare frequentemente in locali durante i mesi estivi, magari in spiaggia o in locali prossimi al mare. Suonare al tramonto con il Circeo alle spalle è molto suggestivo.
Festival di Sanremo. Vi invitano come ospiti. Accettate l’invito o lo rifiutate? Quanto considerate il Festival della canzone italiana un vecchio mobile impolverato?
Non siamo una band ipocrita: suoneremmo senza dubbio di fronte ad un’audience così grande (a patto di suonare i nostri pezzi nella nostra maniera, ovviamente). Consideriamo il Festival un evento folkloristico, che molto spesso va oltre l’argomento musicale per sfociare in “spettacolini” poco interessanti. Sicuramente non lo consideriamo il punto di arrivo definitivo per la nostra musica, abbiamo altri target.
Eric Clapton è uno dei vostri idoli. Tra gli artisti più recenti chi vi ispira di più?
Ascoltiamo molto artisti del calibro di John Mayer, Toto, Kenny Wayne Shepherd, Black Keys, Jet, Blackberry Smoke, Alter Bridge, Stone Temple Pilots e comunque artisti che al di là del genere hanno una grande storia di musica e di vita da raccontare attraverso le loro canzoni.
5 Dogs, fine dell’interrogatorio. Potete chiedere quello che volete ai nostri lettori. Una curiosità, una riflessione oppure il segno zodiacale.
Chiediamo ai vostri lettori da quanto tempo è che non ascoltano una band che si fa in quattro per auto-produrre i propri brani e fare live ogni volta che se ne presenta l’occasione (e molte volte senza un ritorno economico). Ha per voi un valore la musica che nasce spontaneamente? Se sì, ascoltateci su Spotify, Apple Music o dove volete voi (tanto siamo ovunque!), e seguiteci sui nostri canali. Se capitate a qualche nostro live.. avrete una birra gratis e i nostri infiniti ringraziamenti!