Cosa accade quando due voci raffinate e particolari si incontrano? Si innamorano. Questo accadde tanti anni fa quando Ginevra Di Marco e Cristina Donà si conobbero, scoprendo ognuna dell’esistenza dell’altra. “Ginevra Di Marco & Cristina Donà” è un album riflessivo sotto tutti gli aspetti. Sul fronte genetico, perché permette alle due cantautrici di guardare il proprio percorso passato e di fotografarlo come solo la musica sa fare. Sul fronte estetico, perché le sonorità scelte sono innegabilmente distensive. Ginevra e Cristina, però, vengono da due universi musicali molto diversi. Il sodalizio di due identità artistiche così distinte è un rischio colto e superato a pieni voti.
“Un passo alla volta” sa di riabilitazione, abituarsi a camminare di nuovo in una situazione che si conosceva. C’è la vena poetica di entrambe. In un ritmo in crescendo, l’intreccio vocale studiato dalle due cantautrici è evocativo. Ginevra Di Marco addolcisce e riporta a terra quello che Cristina Donà lancia verso altri pianeti. Il reprise è sussurrato ed esplosivo. Sembra un’altra canzone. “Camminare”, “Confine” e “Perpendicolare” sono uscite, invece, dalla penna di Cristina Donà. Sembrano poesie composte da movimenti diversi. Il molteplice si fa chiave di ascolto di un album. che sprigiona differenza e bellezza. L’armonia delle ballate deriva dalle vocalizzazioni, le corde pizzicate si uniscono alle percussioni a creare l’ambiente caldo in cui si liberano le voci di Cristina Donà e Ginevra Di Marco. A volte sembra la melodia cantata a dirigere, e il pianoforte arrancarvi dietro.
“Ginevra Di Marco & Cristina Donà” è un album riflessivo per genetica e per estetica
“La rosa enflorence” è un brano folk che veleggia in Italia dal vicino oriente. Arabeggiante, è impossibile non sentire le influenze della Spagna, riprova che il secolo arabo abbia lasciato in musica più di quanto la memoria storica voglia tradire. “Così vicini”, forse la canzone più pop dell’album, è stata scritta per le due artiste da Francesco Gazzé. Ciononostante il duo non riesce a essere banalmente commerciale neanche immediatamente a orecchie abituate a suoni. La visionaria che c’è dietro la composizione di “J” è Ginevra Di Marco. Tra percussioni ed elettronica, è un sentiero che introduce perfettamente a “1/365”, che porta la firma di Giovanni Lindo Ferretti.
L’album è elegante ed equilibrato. Ciò che lo rende un inedito assoluto nella produzione musicale odierna è il modo in cui vengono fatte convivere due vocalità così diverse, come quella di Ginevra e Cristina. Sembra piuttosto che quest’ultima riesca a essere più persuasiva nel convincere la compagna di canto a dare un certo spleen alle canzoni. Il contributo di post-rock cantautorale di Cristina Donà è decisivo. Le iniezioni frizzanti di gioia celestiale di Ginevra Di Marco rendono completa la doppia identità che si inscrive nella ricerca sonora.