Come passare LA CONVALESCENZA su PALAFITTE DI CRETA alternative
La Convalescenza in uno scatto promozionale
La Convalescenza in uno scatto promozionale

Come passare LA CONVALESCENZA su PALAFITTE DI CRETA alternative

Nel 2016 cinque ragazzi di Modena iniziano La Convalescenza. Stiamo parlando di una band, ma allo stesso tempo di un vero e proprio periodo di recupero. Questo perché con il loro primo EP “Palafitte di Creta” dimostrano davvero di vivere in una fase di transizione, tra il benessere e il malessere. È quello che emerge dai 5 brani del lavoro, che si inseriscono agevolmente nel contesto alternative rock underground del panorama italiano.

Volersi ammalare delle storie altrui e far ammalare gli altri delle proprie debolezze. Una band che segue una moderna filosofia musicale – che poi così moderna non è – che prevede l’utilizzo del messaggio diretto. Non si nascondono dietro parole altisonanti per comunicare le loro sensazioni, anzi, il contrario. La Convalescenza ti sputano in faccia quello che pensano. Non c’è bisogno di ragionare sui loro testi o sulle metafore utilizzate. Li ascolti, o vieni colpito direttamente allo stomaco oppure te li lasci scivolare addosso non comprendendo le loro parole.

La Convalescenza porta avanti il proprio messaggio in maniera cruda e diretta

È una musica assolutamente soggettiva quella della band. Di oggettivo invece c’è la sezione strumentale. Aggressiva, alternativa e prepotente, che allo stesso tempo riesce ad infondere quel malessere esistenziale dato dagli accordi minori e le dissonanze. Il contrasto e le ambiguità di ogni giorno con l’alternanza di suoni distorti e puliti. La nota negativa è che rimangono fin troppo fedeli a se stessi durante la registrazione delle 5 tracce, perdendo paradossalmente l’originalità del singolo brano, che non deve essere data solo dal testo. L’impressione è che il gruppo abbia ancora molto da dire ma poco spazio per poterlo fare.

Tra le tracce migliori, secondo un gusto prettamente personale, troviamo “Fatti di Scambi” e “Jakarta”. La prima vede forse a livello musicale la completezza del lavoro della band, mentre a livello testuale una profondità che va oltre il materialismo apparente del titolo. “Jakarta” a sua volta mostra il lato più tenero – passatemi il termine – de La Convalescenza, alternando bene suoni morbidi a suoni ruvidi e creando la perfetta atmosfera per la narrazione.

“Palafitte di Creta” riesce a portare a galla l’immagine della band, senza però farla emergere del tutto

“Palafitte di Creta” è un buon passo per il gruppo modenese che a quanto pare si prepara a di nuovo ad affrontare i palchi per portare la musica live. Un genere che non smetterò mai di ripetere, ha bisogno di essere vissuto sotto un palco molto più che ascoltato dalle cuffie. Un disco comunque che al momento va ad infoltire un panorama fin troppo scarno, che però si sta sviluppando e sta cercando ancora talenti da portare avanti.