Gli Atomic Papas, band di provenienza toscana, si sono formati solo due anni fa, e “The Invisible Man” è il loro primo lavoro a vedere le stampe. Smilzo e orecchiabile EP, scivola come olio sull’orecchio, mescolando rock ‘n’ roll, country e rockabilly. Quattro tracce ben distinte tra loro a livello di sonorità, che però formano un discorso coerente, mostrando, in poco spazio, un discreto raggio espressivo. L’EP comincia con un mood ballabile ma rilassato, con l’omonima “The Invisible Man”, per poi aprirsi nella più solare “You Got to Loosen”. La voce avvolgente di Nicola Guidi fa un buon lavoro nel fornire la giusta suavity all’impasto sonoro, un po’ Gene Vincent, un po’ Elvis Presley. Ma la traccia successiva, “Home”, cambia decisamente le carte in tavola, virando dal rock n’ roll a un country solare, sebbene un po’ di maniera. L’ho trovata senza dubbio la traccia più debole dell’EP.
“The Invisible Man” è un minialbum agile e divertente, che sa combinare nostalgia e creatività in modo promettente
La vera gemma di “The Invisible Man” si ritrova alla fine. “Red Hot Signorina” arricchisce le suggestioni rock ‘n’ roll precedenti di un fitto alone di surf rock, rendendo il suono più caldo, “selvatico”, coinvolgente e graffiante. Un effetto determinato in buona parte dall’azzeccata scelta di fiati e comparto ritmico. Il risultato è un brano che, lasciate cadere scelte stilistiche più collaudate e sicure, risulta ben più godibile ed efficace del precedente. In conclusione, spero che gli Atomic Papas continuino a sperimentare ed osare, per acquisire uno stile personale e immediatamente riconoscibile. Nel frattempo “The Invisible Man” è certamente un buon saggio delle loro capacità, da ascoltare in un momento di relax, o anche meglio, in live. Lo consiglio a tutti gli appassionati di rockabilly e rock ‘n’ roll. C’è nostalgia in “The Invisible Man”, ma anche la voglia di battere strade nuove.