Band milanese nata tra i banchi di scuola ormai qualche anno fa, i Sincrono escono finalmente dalle sicure mura del proprio passato, per tuffarsi nella discografia italiana. Ecco che allora il 21 febbraio è uscito il loro album d’esordio, “Tra le vie dei se”. Mustafà Hassan (voce), Alberto Cafulli (basso), Daniele Camerani (chitarra) e Luca Tassinari (chitarra), iniziano più o meno consapevolmente la loro carriera nel 2009, per poi fermarsi bruscamente solo un anno dopo. Una lunga pausa di riflessione durata sei anni, al termine della quale i Sincrono raccolgono le loro singole esperienze per giungere infine ““Tra le vie dei se””.
L’esordio dei Sincrono è infatti una sorta di diario nel quale ogni componente della band ha lasciato un appunto della propria esperienza. ““Tra le vie dei se”” si snoda lungo dieci tracce, dieci capitoli di quattro vite diverse che si congiungono tutte nella singola anima dei Sincrono. Allo stesso tempo non sarebbe forse stato possibile realizzare un lavoro coeso senza l’aiuto Francesco Corvino nei panni di arrangiatore. Così ““Tra le vie dei se”” non rinuncia ai vari background che appartengono ai Sincrono, passando dalla ballad al rock, da una più moderna venatura pop alla canzone melodica, che è poi il leitmotiv dell’intero album.
““Tra le vie dei se”” dei Sincrono è una sorta di diario nel quale ogni componente della band ha lasciato un appunto della propria esperienza
La formula utilizzata in questo esordio è quella più intima e insieme più favorevole alla condivisione. Il racconto cioè di esperienze private che però noi tutti conosciamo, perché appartenenti a un percorso di vita comune. La formazione (“Babilonia”) e il rapporto con i genitori (“Illuso”). Dai primi amori (“Il Mondo Intero Tranne Te”) al rapporto con l’Altro e con il Se (“Traccia In Solo”). Sono quegli eventi che tutti noi abbiamo affrontato. Se da una parte l’empatia è facilmente raggiungibile, il modello melodico di ““Tra le vie dei se”” sfiora invece un approccio démodé. I Sincrono resistono alla prima pubblicazione, ma confidiamo in un’ottica più sperimentale.