Che Yoko Ono, moglie di John Lennon e artista, fosse costretta da tre anni a muoversi su una sedia a rotelle è cosa nota. Aveva fatto parlare la sua passeggiata a Central Park, immortalata dagli instancabili paparazzi. Stavolta, però, niente di furtivo. A parlare del suo stato di salute è un suo amico di vecchia data, Elliot Mintz. Intervistato dal New York Post, il conduttore radiofonico e consulente americano ha l’uomo ha specificato cosa intendesse la performer con “ho imparato molto dalla mia malattia”, dichiarato al Centennial Song Award. In quell’occasione era già sulla sedia a rotelle, spinta dal figlio Sean.
Nonostante la malattia le abbia levato la possibilità di camminare autonomamente, Yoko Ono è estremamente positiva. Passa la maggior parte del tempo nella sua storica residenza davanti alla quale John Lennon venne assassinato. L’appartamento nel The Dakota è rimasto la sua casa da allora. Il figlio avuto con l’ex-beatle 44 anni fa la va a trovare quasi tutti i giorni per dargli le cure di cui ha bisogno. Sembra vada a cena da lei almeno 4 volte a settimana e che gli piaccia averla come ospite d’onore quando va a suonare con la sua band. L’ultima uscita pubblica dell’artista nipponica risale a febbraio, per il suo 87 compleanno. C’erano più di 30 invitati, tutti appartenenti al mondo dello spettacolo. Da Cyndi Lauper e Jann Wenner, di Rolling Stone.
Elliot Mintz: «Yoko Ono è un essere particolarmente speciale. In questi 87 anni è come se ne avesse vissuti 400»
Elliot Mintz è da sempre stato il portavoce della famiglia Lennon. Al New York Post fa il ritratto di una donna tanto complessa quanto ambiziosa. Nipponica, classe 1933, Yoko Ono teneva in mano l’economia della famiglia, perché a detta sua John Lennon non aveva uno spiccato senso degli affari. Immediatamente dopo la guerra aveva iniziato a costruire la sua piccola fortuna, fatta di acquisto di importanti opere d’arte. Dopo il matrimonio con l’autore di “Imagine”, si dedicò alla compravendita di immobili, con enorme profitto. Ovviamente, non solo arte e immobili rientrano nelle faccende quotidiane di Yoko Ono. Quest’anno ha devoluto in beneficienza 250 mila dollari per il Montefiore Medical Centre, nel Bronx. La scelta dell’ospedale è motivata dal fatto che sia in prima linea nell’emergenza Covid-19.
Altri 50 mila dollari sono arrivati alla West Side Campaign Against Hunger. Uno dei crucci maggiori per l’artista nipponica è, infatti, il problema della fame nel mondo. Al punto da concedere i diritti di “Imagine” per la campagna di WhyHunger, sempre contro la fame nel mondo. Con ogni probabilità, il suo riconoscimento è stato sancito al Centennial Song Award. È stato finalmente riconosciuto il suo fondamentale contributo alla stesura dell’inno per eccellenza di ogni utopia. L’organizzazione ha infatti proiettato un videoclip in cui John Lennon afferma: «Dovrebbe essere una canzone registrata come Ono-Lennon, perché il concept e le parole sono perlopiù sue. Ma quei giorni ero molto più egoista, molto più macho e ho scelto di non fare menzione del suo contributo». Yoko Ono ha ammesso che la sera della premiazione era il giorno più bello della sua vita.